giovedì 13 dicembre 2018

INCONTRO CON GLI ALUNNI PER PARLARE DELLA GRANDE GUERRA

Foto con gli studenti
Foto con la Prof. Isabella Valcavi
Martedi 11 dicembre, presso le scuole medie di Regnano nel vianese, ho tenuto un incontro con la classe terza dell'Istituto, per parlare della Grande Guerra. 
Abbiamo parlato di Viano durante il conflitto, dei vianesi in divisa e civili, due ore molto piacevoli in cui ho visto questi studenti attenti, curiosi e partecipi. 
Mi sento di ringraziare la Prof. Isabella Valcavi per l'invito che ho raccolto con piacere e soprattutto, per avere permesso alla storia locale, purtroppo sempre dimenticata, di complementarsi a quella nazionale. 
La storia nazionale infatti, non è altro che l'unione di tante micro storie, come quella raccontata oggi.

mercoledì 5 dicembre 2018

QUANDO L'ALBERO DI NATALE ERA FUORILEGGE.

Archivio storico del Comune di Scandiano
Arriva l'8 dicembre e come tutti gli anni parte la corsa per decorare le abitazioni con luci, presepi e Alberi di Natale.
Quest'ultimi specialmente, oggigiorno, non possono mancare nelle case degli italiani; come tra l'altro nei negozi e negli edifici pubblici. L'albero natalizio, infatti, è diventato la vera icona del Natale.
Negli ultimi decenni si tende sempre meno a fare il Presepe, eppure, sarebbe proprio lui l'icona natalizia tradizionale per eccellenza.
L'albero di Natale è un simbolo natalizio accettato da tutti, anche dal Vaticano, ma solo dal 1982 dove lo innalzò al centro della piazza.
La sala stampa della Santa Sede sostenne in merito: "L'albero di Natale sembra abbia avuto un'origine cristiana nei Paesi nordici.  Pare sia da collegarsi alla festa di Adamo ed Eva celebrata in Germania il 24 dicembre.  Era considerato l'albero del Paradiso e frutti simbolici pendevano dai suoi rami.  Più tardi, sulla sua cima venne fissata una stella. Un albero di Natale viene posto in Piazza San Pietro per la prima volta nel 1982 ed è diventato una tradizione annuale.

Oggi per tutti noi è normale addobbare l'Albero di Natale, senza, la nostra casa, ci sembrerebbe più vuota e triste. Eppure questo simbolo natalizio ha fatto fatica ad entrare nelle nostre case e inizialmente fu addirittura vietato.  Negli anni '30, per esempio, una disposizione governativa parlava chiaro: "Ripudio usanza nordica <Albero di Natale>". Nel dicembre del 1935, dopo essere stato avvisato dal Prefetto, il Podestà scandianese Gianfrancesco Basini informava la popolazione di Scandiano con queste parole: "Con riferimento a precedenti istruzioni, anche nel corrente anno, tanto gli Enti che i Privati non devono adoperare alberi, in occasione delle Feste Natalizie, per adornare sale o appendervi giocattoli, dolciumi, ecc. E' perciò vietata la vendita dei cosi detti <alberi di Natale>".






domenica 11 novembre 2018

L'11 NOVEMBRE DI 100 ANNI FA, PER LE VIE DI SCANDIANO SI FESTEGGIAVA LA VITTORIA E LA CONCLUSIONE DELLA GUERRA

Il 4 novembre 1918  sappiamo essere il giorno della vittoria italiana nella Grande Guerra e quindi la conclusione del conflitto per l'Italia. I soldati italiani, riuscivano nell'impresa non solo di ricacciare gli austriaci ma addirittura di sconfiggerli definitivamente: "L'offensiva italiana travolgeva gli austriaci che, nonostante l'accanita resistenza, non poterono che arretrare passo dopo passo fino alla resa." 
A Scandiano, appena appresa la notizia, la gente subito si riversava in strada e chiedeva notizie e conferme. Il Bollettino di Diaz veniva affisso davanti il Comune e all'ingresso della Rocca dei Boiardo. 


Bollettino affisso a Scandiano. Pubblicato sul libro "SCANDIANO e la Grande Guerra"

La cittadina era in fermento, bisognava festeggiare questa importante data e il giorno designato era l'11 novembre, il giorno di San Martino. Come descrivo nel mio libro"SCANDIANO e la Grande Guerra" quel giorno gli scandianesi si recavano in paese e in breve tempo, le vie di Scandiano erano gremite di persone. Per l'occasione, il Comandante dei Bombardieri stanziati in Rocca, Arnaldo Lambertini, in comune accordo con il Sindaco di Scandiano, Venerio Zuccoli, faceva sfilare 2500 soldati per il centro cittadino. 


Articolo del Giornale di Reggio sulla festa di Scandiano

Gli scandianesi costituivano un comitato per la vittoria e ad ogni bombardiere, donavano vino, castagne e sigari. Se potessimo vedere la Scandiano dell'11 novembre di 100 anni fa, sarebbe stata così "...oggi Scandiano è tutto bello, festante giulivo. La gente è più espansiva ed allegra, le case sono quasi tutte imbandierate e questa sera, ogni finestra aveva un suo lampioncino. La musica ha suonato a lungo diversi pezzi suscitando l'entusiasmo del numerosissimo pubblico..."



Condivido la puntata speciale di "Scandiano si racconta" dedicata proprio alla Grande Guerra





sabato 10 novembre 2018

PERCORSO SULLA STRADA COSTRUITA DAI PRIGIONIERI AUSTRO-UNGARICI

Foto durante il mio intervento sul Monte delle Tre Croci
Domenica 4 novembre, nel primo pomeriggio, l'Associazione Puntavanti ha organizzato un escursione sulla strada che porta al Monte delle Tre Croci, strada costruita dai prigionieri austro-ungarici durante la Grande Guerra.
Ho raccolto l'invito dell'Associazione, che ringrazio, a partecipare ed illustrare la storia di quella strada. Nelle mie ricerche infatti, ho trovato non solo i documenti e i dettagli della sua realizzazione ma anche le fotografie, dove si vedono i prigionieri durante i lavori. La storia dei prigionieri e di questa strada, è una pagina di grande umanità e per approfondirla consiglio la lettura del libro "SCANDIANO e la Grande Guerra" e dell'ultimo numero, il 160, della rivista Reggio Storia.

venerdì 9 novembre 2018

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "VIANO DURANTE LA GRANDE GUERRA"

Foto durante la presentazione

Domenica 4 Novembre, presso la sala Polivalente di Viano, ho presentato il libro "VIANO DURANTE LA GRANDE GUERRA".
Un libro che racconta la vita dei civili e dei militari vianesi, le loro sofferenze ma anche le azioni meritevoli che hanno garantito proprio la vittoria italiana in quel conflitto. 
Racconto le storie dei militari vianesi impazziti, dei mutilati, dei caduti e dei decorati al Valor Militare. Un insieme dei storie che possono dare un quadro completo su cosa poteva succedere ad un combattente al fronte, vianese in questo caso. Inoltre, Viano vanta anche una storia singolare, perché tra i suoi figli c'è un Legionario Fiumano, che ne racconto la storia.
Infine, per concludere, il Comune di Viano fu il primo ad innalzare un monumento ai caduti dopo la Guerra. Questo e tanto altro potete trovare nelle pagine di questo volume. 

Foto della sala durante la presentazione


Voglio ringraziare l'Amministrazione di Viano per avermi dato il compito di scrivere quelle pagine di storia e un grazie particolare al Sindaco Giorgio Bedeschi e al Vicesindaco Angela Bonacini. 
Infine, un grazie particolare a tutte quelle persone che hanno affollato la sala durante la presentazione, perché fa sempre piacere vedere tanta partecipazione quando si parla di storia locale. La vostra presenza, oltre essere per me motivo di orgoglio, è stata una bella dimostrazione di affetto e di testimonianza, per quelle persone narrate in quelle pagine del mio libro. La vostra presenza ha permesso a loro di rivivere dopo 100 anni di silenzio e sopratutto, di farlo in quella viano di un secolo dopo, davanti ai propri discendenti. 

CELEBRAZIONI DEL CENTENARIO: SABATO 3 NOVEMBRE, IN VIAGGIO TRA MODENA E REGGIO CON ROMANO SAURO

Alunni nell'auditorium delle Scuole Boiardo
Sabato mattina, presso le scuole medie Matteo Maria Boiardo di Scandiano, l'Ammiraglio Romano Sauro, accompagnato dall'Avvocato Alessandro Nironi, ha illustrato agli alunni delle terze, la figura del nonno Nazario Sauro.
Dopo un introduzione storica tenuta da Nironi, Romano ha raccontato della vita del nonno, partendo dall'adolescenza fino arrivare alla tragica fine. Una storia, quella di Nazario, ricca di avventura e di grandi ideali, un uomo che fu esempio di patriottismo, di solidarietà e di libertà.
Romano Sauro con Marco Montipò 

Nel pomeriggio, presso la biblioteca di Vignola, alla presenza del Sindaco Simone Pelloni, si è tenuta una conferenza su alcuni personaggi della Grande Guerra, tra cui Mario Pellegrini e Nazario Sauro. Io ho illustrato la figura di Pellegrini, Medaglia d'Oro al Valor Militare a cui nel mio libro "SCANDIANO e la Grande Guerra" dedico un'intera biografia. Poi è stata la volta di Romano che ha illustrato la figura di Nazario.
Sala durante la conferenza nella biblioteca di Vignola
Pellegrini e Sauro sono stati due grandi marinai che hanno combattuto in un fronte poco citato nelle ricorrenze di quel conflitto, in cui si sente sempre parlare di trincee e montagne alpine. Il mare infatti, fu un fronte cruciale per l'esito della Grande Guerra, perché senza il dominio del mare, si perde il controllo del commercio, essenziale per garantire armamenti e viveri. L'Impero austro-ungarico, come sappiamo, prima ancora della disfatta militare, vedeva implodere su se stesso proprio per la mancanza di viveri e materie prime, dovuto al blocco navale posto dalla Regio Marina nel Mar Adriatico. Ai marinai italiani dobbiamo il merito di questo esito vittorioso.

martedì 30 ottobre 2018

DOMENICA 28 OTTOBRE: CONFERENZA SULLA GRANDE GUERRA PRESSO LA BIBLIOTECA PANIZZI

Foto durante la mia relazione
Domenica 28 ottobre, presso la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, si è svolta una conferenza sulla Grande Guerra. Tra i relatori c'ero io, che ho portato la testimonianza di Scandiano, poi il Prof. Carlo Perrucchetti, che ha portato quella di Sant'Ilario e infine la Prof. Luciana Boccaletti che ha illustrato la realtà di Novellara. 
Ha introdotto e moderato il Responsabile della storia locale Alberto Ferraboschi.
Le tre esposizioni hanno portato alla luce le varie realtà del territorio reggiano, che nelle loro diversità, erano unite da un unico destino: la Grande Guerra.
Foto della sala durante la conferenza
Nel mio intervento ho voluto soffermarmi su due pagine di storia, che nonostante sono state scritte durante il conflitto e quindi intrise di sofferenza, emergeva il lato umano tra scandianesi e prigionieri nella prima e quello dei bombardieri del re nella seconda. La prima pagina parla dell'accoglienza data ai prigionieri, così amichevole, da lasciare un buon ricordo a questi soldati, arrivati a Scandiano da nemici e ripartiti, una volta finito il conflitto, da amici. Su questo passaggio invito a leggere il libro "SCANDIANO e la Grande Guerra" ma anche del lato umano dei prigionieri nei confronti degli scandianesi. Ho raccontato su quest'ultimo passaggio, la storia della bambina scandianese Vittoria Cugini, a cui i prigionieri facevano dei regalini. Invito a leggere questa storia, sulla rivista Reggio Storia N160 uscito proprio nel mese di ottobre. 
Foto al momento dell'introduzione di Ferraboschi
Infine il lato umano di quei soldati italiani, i bombardieri del re, che venuti a Scandiano dopo Caporetto, hanno aiutato la popolazione in quei durissimi momenti. L'aiuto dato fu così grande che al Comandante Arnaldo Lambertini, finito il conflitto, gli fu concessa la cittadinanza onoraria scandianese. 
Anche su questa storia invito a leggere il libro "SCANDIANO e la Grande Guerra".





domenica 7 ottobre 2018

GRANDE PARTECIPAZIONE PER LA CONFERENZA SU PIETRO ARTIOLI

Locandina della Conferenza
Sabato pomeriggio, presso la Sala del consiglio comunale, si è svolta la conferenza su Pietro Artioli
Artioli è stato il primo socialista di Reggio Emilia e primo amministratore di Scandiano con quelle idee. 

Insieme all'On Mauro Del Bue abbiamo illustrato il personaggio, partendo dalle sue prime iniziative fino ad arrivare alla Grande Guerra. Una vita, quella di Artioli, fatta di grandi ideali e valori, sicuramente il personaggio scandianese più importante tra la fine dell'800 e il primo '900.

Una conferenza che inizialmente ritenevo di nicchia, essendo che si parlava nello specifico di una persona e di un argomento preciso, invece si è trasformata in una iniziativa sentita e partecipata. In poco tempo infatti, ho visto la sala riempirsi e la gente continuare ad arrivare anche durante la conferenza. 

La riscoperta di questo grande personaggio non poteva avvenire in contesto migliore: nella sala istituzionale per eccellenza, la sala del consiglio comunale e davanti ad un folto pubblico. 

Per chi volesse approfondire la figura di Pietro Artioli, può trovare la sua biografia nel libro "SCANDIANO e la Grande Guerra"


L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Terra e Identità e dalla Pro Loco di Scandiano.




Foto della sala di Mauro Barbieri

Foto della sala di Alberto Bertolani

Foto di Alberto Bertolani: L'Assessore di Scandiano Alberto Pighini che porta i saluti dell'Amministrazione

Foto di Alberto Bertolani: Da sx l'On Mauro Del Bue e Marco Montipò

domenica 23 settembre 2018

IL PRIMO SCIOPERO GENERALE VISTO DA SCANDIANO

"Il Quarto Stato" è un dipinto del 1901 e rappresenta i braccianti in marcia in segno di protesta

Siamo nel settembre del 1904, precisamente tra il 15 e il 20 e dopo alcuni mesi di violenze, compiute per reprimere diverse manifestazioni operaie, specialmente al sud, da tutta Italia si dava vita al primo sciopero generale.  
Passeranno alla storia le grandi città come: Milano, Bologna, Bari, Genova, Roma e cosi via. Io però, qui voglio complementare questa storia aggiungendo Scandiano, perché anche gli scandianesi nel loro piccolo, hanno contribuito a scrivere quelle pagine di storia. 
Come dico sempre infatti, la grande storia nazionale è fatta da tante piccole storie locali.

Siamo nel 19 settembre e lo sciopero generale era già cominciato da alcuni giorni. Scandiano era un paese di provincia e le organizzazioni sindacali erano ancora molto arretrate. 
Da circa un anno, l'amministrazione locale era di estrazione monarchica/liberale e guidata da Venerio Zuccoli, che usciva vittorioso nelle elezioni dell'aprile 1903. 
Nel primo novecento, la popolazione locale era di circa 10 mila abitanti e il polo produttivo più importante, era le Officine della Calce e del Gesso di Ca de Caroli. 
Proprio da li, dalle officine, partiva lo sciopero. 


Offine della Calce e del Gesso. Collezione Giuseppe Ruini


Inizialmente si era deciso di non aderire ma solo di informare gli operai e dopo una riunione, tenuta il 18 settembre, la decisione era questa: "Era convinzione quasi unanime che lo sciopero generale non si potesse estendere alla nostra plaga...nell'adunata che i circoli e le leghe tennero ieri, nel mattino, si convenne di abbandonare ogni idea di sciopero e di fare la massima propaganda per fare conoscere al pubblico la breve storia dei tristi avvenimenti"
La mattina del 19 però, qualcosa cambiava tutto. 
Alcuni operai, mentre leggevano i volantini affissi all'ingresso delle officine, iniziavano a pensare che scioperare era necessario, un dovere. 
Da quel manipolo di coraggiosi, partiva un effetto domino in tutte le officine e non solo, questo coraggio infatti, contagiava buona parte degli scandianesi. 
Ci raccontano le cronache di quel giorno: "Questa mattina, i muratori che irvorano nelle nuove costruzioni che si stanno facendo nelle Officine Calce, giunti davanti il cancello della medesima, si fermarono a leggere il manifesto attaccato al muro. Cominciarono le voci: Sciopero, sciopero! L'idea dello sciopero corse come una striscia di polvere.Una Commissione fu mandata dal Direttore, per avvertirlo che si cessava di lavorare. Gli operai della Cave, che erano già passati prima, per recarsi sul luogo del loro lavoro, richiamati a mezzo di un compagno, ritornarono compatti, cantando l'Inno dei lavoratori...in grande maggioranza gli operai si recarono a Scandiano e, portatisi, di fronte la Filanda, invitarono le filandiere a cessare dal lavoro...altrettanto avvenne Società Enologica...scioperano pure i fornaciai, quasi tutti organizzati."

Quella mattina di settembre, Scandiano veniva invasa da lavoratori e lavoratrici e il Sindaco di Scandiano Zuccoli, vedendo le tante persone affluite in centro, dava l'autorizzazione ad improvvisare un pubblico comizio in Piazza Spallanzani. Queste sono le cronache del famoso sciopero generale del 1904, visto e vissuto da Scandiano.

giovedì 9 agosto 2018

9 AGOSTO 1916, LA PRESA DI GORIZIA: LA PRIMA VERA VITTORIA ITALIANA NELLA GRANDE GUERRA VISTA DA SCANDIANO

Resto del Carlino del 10 agosto 1916

Siamo nell'agosto del 1916 e nei primi giorni del mese si combatteva la 6° battaglia dell'Isonzo, chiamata anche "battaglia di Gorizia".  L'Italia era già in guerra da oltre un anno e fino ad allora, visto l'andamento del conflitto, che sembrava fermo, immobile, in quella maledetta guerra di trincea, il morale delle truppe e della popolazione era particolarmente amareggiato.
Fino all'agosto del 1916 infatti, non c'era stata nessuna azione significativa, qualcosa che poteva dare entusiasmo agli italiani ma finalmente con Gorizia tutto cambiava. Quella città era simbolica perché insieme a Trento e Trieste, era simbolo dell'irredentismo italiano. La battaglia fu accanita e sanguinosa, alla sua conclusione si contavano infatti circa 20000 morti da parte italiana e 10000 austro-ungarica.

Fanteria italiana che marcia alla volta di Gorizia. Agosto 1916.

Cavalleria italiana che entra a Gorizia. Agosto 1916

Tra loro c'era anche uno scandianese, Fantini Alfredo, classe 1896, morto il 12 agosto 1916 presso la 12° Sezione di Sanità, per le ferite riportate in combattimento. Alfredo era figlio di Fantini Leopoldo e Lodesani Rina e grazie ad una ricerca di Elio Anghinetti, sappiamo che i suoi resti riposano nel Sacrario Militare di Oslavia, a Gorizia, nel loculo 6009.


Foto del soldato Fantini Alfredo

Nel bollettino dell'8 agosto scriveva Cadorna "Sul basso Isonzo, davanti Gorizia continua accanita e incessante la lotta" e finalmente il giorno successivo, il tanto atteso aggiornamento diceva "Oggi le nostre truppe sono entrate a Gorizia". Il bollettino vittorioso del 9 agosto, come ogni giorno, veniva letto per la cittadinanza davanti il Municipio di Scandiano. Gli scandianesi accorrevano per avere informazioni dal fronte, perché ogni famiglia aveva un richiamato. La notizia portava entusiasmo, proprio come ci riportano le cronache del tempo e da subito, cominciavano i festeggiamenti.
Riporto la testimonianza di un prigioniero austro-ungarico rinchiuso nella Rocca dei Bojardo, utilizzata dal settembre del 1915 fino al novembre 1917, come campo di prigionia.
Si chiamava Francesco Zanettin e già da un anno era prigioniero a Scandiano (RE).  Nel suo diario, in cui annotava le giornate, scriveva di quel giorno: "Ogi la gente di Scandiano hanno fatto un po di bandoria per la presa di Gorizia con 8000 prigienieri gridando e strillando Atorno la Rocca sino le 11 di notte. 9/8/1916"







domenica 29 luglio 2018

OGGI NEL 1489 SI CENSIVA L'ARMERIA SCANDIANESE.

La signoria dei Bojardo fu un periodo molto tranquillo per Scandiano,  un periodo ricco di cultura che trovò l'apice con il Conte Matteo Maria Bojardo
La fase bojardesca fu un passaggio storico molto diverso da quello dei Da Fogliano, dove le guerre fratricide per il dominio dei territori avevano insanguinato i dintorni.


Foto della statua di Matteo Maria Bojardo presso i giardini di Reggio Emilia


Matteo Maria Bojardo si sposava nel 1471 con Taddea Gonzaga e nella sua vita sappiamo che si dedicò alla cultura e alla letteratura, tant'è che proprio lui lasciò alla storia il famoso poema cavalleresco conosciuto in tutto il mondo: "l'Orlando Innamorato"
La fama del Bojardo era assoluta e il Duca di Modena e Reggio, Borso d'Este lo chiamava a se quando c'erano degli appuntamenti importanti, come nel 1469, quando a Ferrara arrivò l'Imperatore Federico. Matteo Maria Bojardo era infatti tra i membri che dovevano formare la corte dell'Imperatore. Oppure quando nel 1471, a Roma, sempre al Duca di Modena e Reggio Borso d'Este, gli fu conferito da Papa Paolo II  il titolo di Duca di Ferrara, anche in quell'occasione al  suo fianco c'era il poeta Matteo Maria Bojardo.

Scandiano con i Bojardo viveva il suo rinascimento ma non solo con il famoso poeta, anche dopo, pensiamo per esempio ai bellissimi affreschi nella Rocca dei Bojardo di Nicolò dell'Abate, realizzati nella  metà del '500. Il periodo bojardesco è tutto luminoso, dal principio alla sua conclusione.
Il rinascimento scandianese era come quello fiorentino, cultura e bellezza plasmavano questa cittadina ai piedi dei colli, non a caso, anche molti decenni più tardi personaggi del calibro di Carducci, una volta arrivati nella cittadina bojardesca, se ne innamorarono di colpo. 

Anche se le priorità per il Bojardo erano la cultura e la bellezza, caratteristiche di quel periodo meraviglioso che fu il rinascimento, dovevano però anche equipaggiare un esercito per essere pronti ad un eventuale attacco nemico. Anche in quella fase storica e luminosa infatti, le armi erano la diplomazia.  
Nel 1487 il Poeta diveniva Capitano Estense a Reggio Emilia, carica voluta dal Duca Ercole I d'Este, successore di Borso d'Este, morto nel 1471 pochi mesi dopo essere nominato Duca di Ferrara. Matteo Maria Bojardo come Capitano di Reggio, doveva liberare le campagne dai banditi che scorrazzavano e manifestavano tutta l'ostilità verso il Duca. Questo compito lo portò avanti fino alla sua morte avvenuta nel 1494. 

In quegli anni il Conte di Scandiano viveva in città, a Reggio Emilia, dove poteva portare avanti al meglio i suoi servigi al Duca. La moglie del Poeta, Taddea Gonzaga, visto l'assenza del marito decideva allora di consegnare le armi tenute a Scandiano al castellano, era il 29 luglio 1489.

In caso di guerra, nella Rocca dei Bojardo, si trovavano diverse armi da fuoco come: 19 schioppetti di cui, 5 di ferro con grandi impugnature, 11 in ferro con impugnatura piccola e 7 di bronzo. C'erano 2 barili e 2 casse piene di polvere da sparo e 1 barile di zolfo. Inoltre erano presenti 19 balestre, di cui undici grandi, caricate a mulinello, che servivano per la difesa delle mura e 23 casse di verrettoni (proiettili per balestre). Poi c'erano archi e  aste in legno. Erano presenti anche le armature per i cavalieri con 5 elmi, 6 corazze, 4 maglie ferrate, 4 armature generiche e 11 guanti in ferro.





















Fonti: Storia di Scandiano di Giambattista Venturi, Storia di Scandiano di Aderito Belli, Il pescatore reggiano 2003  


mercoledì 27 giugno 2018

VENERDI 22 GIUGNO, VISITA A SCANDIANO DELL'ARCIDUCA MARTINO D'ASBURGO-ESTE






Schultzen durante la visita nella Rocca dei Bojardo


Il colonnello dell'Accademia di Modena, Gasparini Casari, il Comandante della Polizia Municipale Ermanno Mazzoni e il Sindaco di Scandiano, Alessio Mammi

Gruppo di cittadini, insieme a Martino d'Asburdo-Este e il Sindaco Alessio Mammi durante la visita nella Rocca dei Bojardo

Incontro tra il Console austriaco Wolfgang Spadinger e il Sindaco Alessio Mammi

Gruppo di cittadini, insieme a Martino d'Asburdo-Este e il Sindaco Alessio Mammi durante la visita nella Rocca dei Bojardo 
L'Arciduca Martino d'Asburgo-Este incontra il Sindaco Alessio Mammi



L'Arciduca Martino d'Asburgo-Este passeggia con il Sindaco Alessio Mammi

                                         
                                             Schultzen durante la visita nella Rocca dei Bojardo

Enzo Cestari, Presidente Schultzen Trentino, Martino d'Asburgo-Este, Alessio Mammi e il Console  Wolfgang Spadinger

Deposizione dei fiori nella Rocca dei Bojardo in ricordo dei prigionieri austro-ungarici

Benedezione della corona di fiorni

Salone d'onore della Rocca gremito per la conferenza con Martino d'Asburgo-Este

Foto ricordo degli Schultzen e cittadini scandianesi, scattata nella cantina di Aljiano

Il Console Wolfgang Spadinger con Marco Montipò, autore del libro "SCANDIANO e la Grande Guerra"

L'Arciduca Martino d'Asburgo-Este con Marco Montipò, autore del libro "SCANDIANO e la Grande Guerra"

Momenti in Rocca dei Bojardo



Momento in Rocca dei Bojardo

Schutzen nell'atrio della Rocca dei Bojardo


Intervento dell'assessore Alberto Pighini durante la conferenza con Martino d'Asburgo d'Este

Intervento del Console austriaco Wolfgang Spadinger

Intervento dell'Arciduca Martino d'Asburgo-Este 
Un momento della conferenza nel Salone d'Onore della Rocca dei Bojardo



Schultzen che entrano in Rocca

Momenti nella Rocca dei Bojardo

Schultzen in Rocca

Uno Schultzen durante la visita in Rocca