domenica 14 maggio 2017

LO "SCANDIANESE" MARIO PELLEGRINI CHE DOPO L'AZIONE DEL 14 MAGGIO 1918 DIVENTO' L'EROE DI POLA

Foto di Mario Pellegrini


Siamo nel 1918 e il mondo era in guerra. Il conflitto si combatteva anche per mare e già dal 1916, nell'Mar Adriatico, la Regia Marina italiana sperimentava attacchi ad opera di piccoli motoscafi siluranti denominati MAS (motoscafo armato silurante). Queste unità di guerra erano temute perché imprevedibili e comandate solitamente da marinai coraggiosi e disposti a tutto. Fu lo stesso Gabriele d'Annunzio, infatti, durante la beffa di Buccari a coniare in quella sigla (MAS) il motto che lì fece diventare leggendari: Memento Audere Semper.

Una delle imprese più ardite fu certamente quella della notte tra il 13 e il 14 maggio quando alcuni marinai italiani tentarono un arditissima azione: forzare il porto di Pola e silurare le navi austro-ungariche ancorate sicure nel porto. L'impresa era davvero difficile poiché il porto era sottoposto a una notevole sorveglianza. Il porto di Pola, infatti, era cruciale nella guerra nel Mar Adriatico. Per l'occasione furono concepiti delle unità navali eccezionali, dei barchini saltatori che avrebbero dovuto eludere le ostruzioni nemiche all'ingresso del porto.
Tra i marinai selezionati per l'impresa c'era lo "scandianese" Mario Pellegrini che, offertosi volontario, aveva il comando dell'operazione. Pellegrini era uno scandianese di adozione perché nativo di Vignola, già all'età di un anno venne a vivere con la famiglia a Scandiano. Non solo, sia il padre che il nonno di Mario erano nati a Scandiano e qui, nella cittadina che diede i natali al poeta Matteo Maria Bojardo, i Pellegrini avevano proprietà e interessi. Vincenzo Pellegrini, padre di Mario, per esempio, era stato anche Assessore nella cittadina scandianese.

Tornando all'impresa, a bordo del motoscafo oltre Pellegrini c'erano: Miliani Antonio, Francesco Angelino e Giuseppe Corrias.
Il barchino saltatore denominato Grillo, con a bordo Pellegrini e gli altri, fu portato davanti il porto di Pola dal MAS 95 guidato da un altro marinaio italiano, Gino Montipò.

Partito per l'azione, il Grillo doveva superare 5 sbarramenti ma già dopo il primo l'imbarcazione veniva individuata e un serrato fuoco nemico provava a fermarla. Con notevole coraggio i marinai italiani continuavano la missione e superavano la seconda e la terza di linea di sbarramento. Alla quarta però un altro motoscafo solcò le acque del porto, era austriaco e puntava sull'imbarcazione italiana. Sotto il fuoco delle artiglierie terrestri, delle navi ed ora del motoscafo austriaco, Pellegrini capì che non c'era più scampo e con estrema lucidità decise di affondare l'imbarcazione. I 4 marinai italiani vennero raccolti dalle acque e fatti prigionieri, uno di loro era anche ferito, era Francesco Angelino e gli fu amputato il braccio.

L'impresa fu pubblicata sui giornali nazionali ed esteri, addirittura anche la Camera dei Deputati rese omaggio a Pellegrini e ai marinai italiani: lo scandianese Mario Pellegrini diventò un Eroe nazionale.
Il 2 giugno 1918, in occasione della Festa dello Statuto, l'Amministrazione comunale scandianese fece affiggere un manifesto in cui esaltò l'operazione di Mario Pellegrini "...con una Marina che-ripetutamente impostasi all'ammirazione dei popoli per le sue epiche gesta-scrisse pur ieri una mirabile pagine della sua storia mercé l'eroica e leggendaria impresa di Pola, nella quale-lo diciamo con legittimo orgoglio-fu protagonista un nostro concittadino di adozione, il Capitano Mario Pellegrini..." Dopo il conflitto Pellegrini divenne un Eroe della Regio Marina e continuò una brillante carriera arrivando a ricoprire il grado di Ammiraglio di Divisione. Morì nel 1954 e in suo onore, la cittadina di Scandiano gli dedicò una delle vie principali più importanti del paese: Via Mario Pellegrini.


Fonte: archivio storico del Comune di Scandiano


In suo onore, proprio in questa giornata, si riporta la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare che gli fu concessa per l'azione di Pola:
"Con sublime spirito di sacrificio e supremo disprezzo di ogni pericolo, si offriva volontario al comando di un motoscafo destinato a forzare il porto di Pola. Con meraviglia e audacia e salda volontà, affrontando intrepido mortali pericoli, penetrava nel porto nemico, mirabile esempio di ogni militare virtù. Pola 14 Maggio 1918"





domenica 7 maggio 2017

Nel maggio del 1839 nasceva Giuseppe Almansi, uno scandianese che fece l'Italia.

Immagine della "famosa" Battaglia del Volturno, a cui Giuseppe Almansi partecipò


Nel maggio del 1839 nasceva l'ebreo scandianese Giuseppe Almansi. Ardito Patriota di pensiero filopiemontese, spese tutto se stesso nelle guerre risorgimentali per l'unità d'Italia.

Appena ventenne partì volontario per andare in aiuto al Generale Giuseppe Garibaldi e i suoi famosi "1000". Si arruolò nella "Brigata Sacchi" che contava oltre 2000 volontari. Tale brigata si adoperò per l'attraversata dello stretto di Messina e sempre loro furono l'avanguardia nell'avanzata in Calabria. Partecipò alla Battaglia di Santa Maria Capua Vetere e sempre lo scandianese Giuseppe Almansi sarà tra quei volontari che vide in prima persona la capitolazione dell'esercito Borbonico.
Medaglie e attestati Reali gli attribuiranno il merito avuto per l'Unità d'Italia e fino ai suoi ultimi giorni li conservò con orgoglio. Tornato a Scandiano si dedicò al Tempio israelitico cittadino.

Foto dell'antico Ghetto ebraico scandianese


Moriva nel febbraio del 1906 e nella Lapide del cimitero ebraico di Scandiano riporta l'epigrafe "A perenne memoria di Giuseppe Almansi, volontario garibaldino,sposo e padre esemplare. Dette tutto se stesso alla Patria e alla famiglia. La moglie e le figlie Maggio 1839 - Febbraio 1906"