sabato 25 marzo 2017

ORA LEGALE: LA SUA STORIA E LE ORIGINI RACCONTATE DA SCANDIANO

Manifesto del 1917  Fonte: Archivio del Comune di Scandiano b249

Questa notte bisognerà mettere avanti l'orologio di un ora, tornerà l'ora legale. Per tutti noi è una cosa normalissima, una modifica dell'orario che facciamo da sempre, almeno così crediamo. La sua storia invece è abbastanza recente e si annida nei tremendi giorni della Grande Guerra.

Già nella seconda metà del 1700, l'inventore del parafulmine, Benjamin Franklin avanzava l'idea di spostare le lancette degli orologi ma purtroppo per lui i tempi non erano ancora maturi. Sarà invece la Grande Guerra e la necessita di risparmiare energia, che diedero un continuo a quelle proposte avanzate oltre un secolo prima da Franklin. Nel 1916 Londra dava il via libera allo spostamento delle lancette e concretizzava quelle idee che fino a quel momento erano solo teoriche.
Alcuni paesi seguirono l'esempio inglese e tra questi l'Italia, che con un Decreto Reale del 25 maggio 1916 abbracciava le idee d'oltre Manica e iniziava l'Era del Risparmio Energetico.

Questo cambiamento doveva arrivare in ogni Comune, ad ogni cittadino italiano e la macchina organizzativa del Regno si metteva in moto. I Prefetti davano comunicazione ai sindaci e il 29 Maggio del 1916 quello di Reggio Emilia scriveva al Sindaco di Scandiano Venerio Zuccoli per avvisarlo di tale cambiamento.

 Fonte: Archivio Storico del Comune di Scandiano b247
Venerio Zuccoli doveva annunciare alla popolazione scandianese, che fino a quel momento era ignara di tale cambiamento, che per il giorno 3 giugno avrebbero dovuto spostare le lancette degli orologi.
"Con Decreto Luogotenenziale 25 maggio 1916 N°631 è stato approvato l'anticipo dell'ora legale, per cui dalla mezzanotte del giorno 3 giugno l'ora verrà anticipata di 60 minuti. Tutte le autorità e i Capi delle Aziende Pubbliche o private, nonché i pubblici esercenti provvederanno perché nell'istante indicato gli orologi siano portati a segnare l'una meridiana. Il predetto Decreto resterà in vigore fino a nuova disposizione. Scandiano 31 Maggio 1916. Il SINDACO Ing. Venerio Zuccoli"

Fonte: Archivio Storico del Comune di Scandiano b247
Quel 3 giugno del 1916 si stava dando vita a qualcosa che rimarrà nelle generazioni avvenire, un semplice spostamento delle lancette dell'orologio che permetterà di risparmiare energia e di inquinare di meno. Si attesta infatti che nella sua durata, in Italia si immette 300 mila tonnellate di anidride carbonica in meno nell'aria. Visto i risultati, credo si possa perdere tranquillamente un ora di sonno, perché ne vale assolutamente la pena.


MARCO MONTIPO'





venerdì 17 marzo 2017

17 MARZO 1861 NASCITA DEL REGNO D'ITALIA: IL 17 MARZO DIVENTI LA FESTA DEGLI ITALIANI

 

Il 17 marzo del 1861 si proclamava la nascita del Regno d'Italia e ad oggi, per assurdità, l'unica data che non viene riconosciuta come festa è proprio questa, il 17 marzo. Mi chiedo: come si può non festeggiare il giorno della propria nascita? 


Già nel 2011 io e tanti miei amici scandianesi scendemmo in piazza per sensibilizzare la comunità su questa data, perché credo che nulla può essere al di sopra del giorno nativo d'Italia.
Le giornate nazionali esempio il 4 novembre, il 25 aprile e il 2 giugno, sono sicuramente momenti fondamentali della nostra Patria ma sono parentesi della nostra storia.


Ognuno di noi, nella propria esistenza ha compleanni certamente significativi come ad esempio il diciottesimo, compleanno in cui si diventa maggiorenni e "liberi". Ma è solo il giorno della nascita che festeggerai tutta la vita e non quel diciottesimo compleanno.
Riscoprire quella data vuol dire riscoprirsi italiani, vuol dire avere un punto di sintesi. Il 17 marzo rappresenta tutti, repubblicani e monarchici, di destra e di sinistra, tutti, non fa distinzioni. Proprio in questo momento storico, con  il popolo lacerato dalle divisioni, dai rancori e dagli odi partoriti da una cattiva politica, credo che oggi più che mai c'è bisogno di unità, di italianità, parola quest'ultima ormai purtroppo e volutamente dimenticata.



Proprio sull'italianità e sul 17 marzo 1861, voglio chiudere elencando la mia famiglia, i miei avi. Voglio chiudere con loro che hanno scritto quei decenni di storia facendo l'Italia. A loro che sono tutti tutti figli di quel 17 marzo perché italiani.

Parto dal mio avo Montipò Angelo, nato ad Arceto nel 1842. Era un umile contadino che quando la Patria chiamò, si arruolò nei bersaglieri.  Angelo si guadagnò sul campo la medaglia nella 3° Guerra d'Indipendenza 1866 e per questo inserito tra i benemeriti reggiani del risorgimento.

Poi il mio Bis-nonno, Montipò Giuseppe, nato il 1881 a Chiozza. Era un giornaliero, anche lui un umile scandianese che durante la Grande Guerra, come milioni di fanti italiani combatté e vinse contro il nemico su quelle imponenti Alpi.
In quella guerra combatté per tre lunghi anni, dal 1916 al 1918 e per questo decorato con la croce di guerra e la medaglia commemorativa.

Il mio prozio, Montipò Aurelio, nato a Chiozza nel 1893, era un mugnaio e nel 1913 partiva per l'Africa. Si era appena conclusa la "Guerra di Libia 1911-1912" e Aurelio come tanti altri italiani veniva smistato a difesa delle roccaforti italiane.

Il mio prozio, Montipò Pietro, nato a chiozza nel 1920. Era un semplice bracciante che da bersagliere combatté in Africa durante la seconda guerra mondiale, nella "Campagna Africa Settentrionale". Venne premiato sul campo per lodevole comportamento in combattimento. Purtroppo morì nell'aprile del 1943 sotto il fuoco nemico dopo quasi tre anni di guerra.

Infine mio nonno, Montipò Giovanni, nato nel 1927 a Chiozza. Si arruolò nei partigiani nel 1945 e partecipò alla resistenza. Era un sappista del 1° Battaglione.




MARCO MONTIPO'




mercoledì 8 marzo 2017

QUANDO LE DONNE SALVARONO SCANDIANO DAGLI ASSALITORI





Quando pensiamo alle guerre medievali, pensiamo ai cavalieri, agli uomini forti e coraggiosi, che armati di spada e scudo vincevano il nemico. Ma non era sempre così, anzi, nella giovane Rocca scandianese fu il contrario, infatti furono le donne a combattere in difesa di Scandiano e furono loro che salvarono il paese dall'invasore.

Siamo in pieno medioevo e la cittadina di Scandiano era stata fondata da pochi decenni da Gilberto Fogliani.
In quel periodo, Scandiano era ancora un piccolo paesino ai piedi dei colli, con una Rocca circondata da un fosso pieno d'acqua e qualche casa per i vassalli. L'accesso al castello era nell'odierna torre dell'orologio.               
Il periodo foglianesco era intrinseco di guerre fratricide e i vari rami della famiglia si muovevano guerra per il possesso dei vari castelli e possedimenti.

Questa storia si compie durante il periodo della vendemmia e gli uomini erano tutti nei campi a lavorare. Francesco Fogliani, parente del nostro castellano (che in quel momento si trovava a Bologna), coglieva l’occasione per attaccare Scandiano. Non c’erano gli uomini nei dintorni del castello ma solo le donne, che accortesi dell’imminente attacco si asserragliarono dentro le mura della rocca sbarrando l'ingresso con dei travi. Ma queste coraggiose scandianesi non si limitarono a nascondersi tra le mura della Rocca ma reagirono con forza e dalle finestre delle torri lanciarono sugli assalitori sassi, carboni ardenti e acqua bollente. Gli uomini capitanati da Francesco Fogliani, non potevano che rinunciare e ritirarsi sconfitti, le donne scandianesi avevano vinto, avevano salvato la giovane Scandiano.

Sotto sera, al ritorno dai campi, gli uomini venivano informati dell’accaduto, così insieme alle coraggiose donne partirono alla ricerca degli assalitori per vendicarsi. Li trovarono non molto lontano, nei pressi di un bosco dove gli scandianesi ne fecero strage. Da allora a tutt'oggi, quel posto verrà denominato Bosco del Fracasso, a ricordo di quella sanguinosa vendetta.