venerdì 17 marzo 2017

17 MARZO 1861 NASCITA DEL REGNO D'ITALIA: IL 17 MARZO DIVENTI LA FESTA DEGLI ITALIANI

 

Il 17 marzo del 1861 si proclamava la nascita del Regno d'Italia e ad oggi, per assurdità, l'unica data che non viene riconosciuta come festa è proprio questa, il 17 marzo. Mi chiedo: come si può non festeggiare il giorno della propria nascita? 


Già nel 2011 io e tanti miei amici scandianesi scendemmo in piazza per sensibilizzare la comunità su questa data, perché credo che nulla può essere al di sopra del giorno nativo d'Italia.
Le giornate nazionali esempio il 4 novembre, il 25 aprile e il 2 giugno, sono sicuramente momenti fondamentali della nostra Patria ma sono parentesi della nostra storia.


Ognuno di noi, nella propria esistenza ha compleanni certamente significativi come ad esempio il diciottesimo, compleanno in cui si diventa maggiorenni e "liberi". Ma è solo il giorno della nascita che festeggerai tutta la vita e non quel diciottesimo compleanno.
Riscoprire quella data vuol dire riscoprirsi italiani, vuol dire avere un punto di sintesi. Il 17 marzo rappresenta tutti, repubblicani e monarchici, di destra e di sinistra, tutti, non fa distinzioni. Proprio in questo momento storico, con  il popolo lacerato dalle divisioni, dai rancori e dagli odi partoriti da una cattiva politica, credo che oggi più che mai c'è bisogno di unità, di italianità, parola quest'ultima ormai purtroppo e volutamente dimenticata.



Proprio sull'italianità e sul 17 marzo 1861, voglio chiudere elencando la mia famiglia, i miei avi. Voglio chiudere con loro che hanno scritto quei decenni di storia facendo l'Italia. A loro che sono tutti tutti figli di quel 17 marzo perché italiani.

Parto dal mio avo Montipò Angelo, nato ad Arceto nel 1842. Era un umile contadino che quando la Patria chiamò, si arruolò nei bersaglieri.  Angelo si guadagnò sul campo la medaglia nella 3° Guerra d'Indipendenza 1866 e per questo inserito tra i benemeriti reggiani del risorgimento.

Poi il mio Bis-nonno, Montipò Giuseppe, nato il 1881 a Chiozza. Era un giornaliero, anche lui un umile scandianese che durante la Grande Guerra, come milioni di fanti italiani combatté e vinse contro il nemico su quelle imponenti Alpi.
In quella guerra combatté per tre lunghi anni, dal 1916 al 1918 e per questo decorato con la croce di guerra e la medaglia commemorativa.

Il mio prozio, Montipò Aurelio, nato a Chiozza nel 1893, era un mugnaio e nel 1913 partiva per l'Africa. Si era appena conclusa la "Guerra di Libia 1911-1912" e Aurelio come tanti altri italiani veniva smistato a difesa delle roccaforti italiane.

Il mio prozio, Montipò Pietro, nato a chiozza nel 1920. Era un semplice bracciante che da bersagliere combatté in Africa durante la seconda guerra mondiale, nella "Campagna Africa Settentrionale". Venne premiato sul campo per lodevole comportamento in combattimento. Purtroppo morì nell'aprile del 1943 sotto il fuoco nemico dopo quasi tre anni di guerra.

Infine mio nonno, Montipò Giovanni, nato nel 1927 a Chiozza. Si arruolò nei partigiani nel 1945 e partecipò alla resistenza. Era un sappista del 1° Battaglione.




MARCO MONTIPO'




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