sabato 25 luglio 2020

25 luglio 1943: l'Ordine Grandi e l'inizio della fine del Fascismo. Il reggiano Renzo Chierici tra i protagonisti di tale avvenimento.

Foto del Gran Consiglio del Fascismo
Il 25 luglio 1943 è una data significativa, di fatto è l'inizio della fine del fascismo. In quella giornata il Regime affrontava i problemi mai risolti e soprattutto si consumava la rivincita di quei uomini che fin dal primo momento condannarono l'alleanza con la Germania nazista e le leggi razziali. A guidare quest'ultimi era certamente Italo Balbo, l'unico uomo che durante il Ventennio poteva guardare negli occhi Mussolini e confrontarsi senza sentirsi "inferiore". Balbo amava gli Stati Uniti, teneva una politica estera filo occidentale, ripugnava l'antisemitismo e l'alleanza con la Germania, non ultimo, era fortemente contrario alla Seconda Guerra Mondiale. C'è chi sostiene che per queste posizioni pagò addirittura con la vita sui cieli di Tobruk. Dopo la votazione dell'Ordine Grandi, quest'ultimo disse ai suoi fedelissimi "Oggi Balbo è qui con noi".

Il 25 luglio 1943 e l'Ordine Grandi è un fatto noto ma in pochi sanno che tra quei pochi "privilegiati" che vissero da protagonisti tale avvenimento c'era il reggiano Renzo Chierici. Figlio del noto pittore Gaetano Chierici, Renzo era un personaggio con un curriculum del tutto eccezionale, infatti, in pochi nella città del tricolore potevano vantarne uno uguale. Comandante ardito combatté nella Grande Guerra e alla guida del XXXV° Reparto d'assalto si guadagnò, in terra macedone, una medaglia d'argento al valor militare e un Encomio solenne. Partecipò all'Impresa di Fiume con Gabriele d'Annunzio comandando la prima compagnia del Battaglio Randaccio. Tornato da Fiume andò a Firenze e lì conobbe Balbo e i tanti agitatori e idealisti del tempo. Chierici seguì Balbo e lo accompagnò nella sua ascesa al potere divenendo il suo braccio destro. Prima avanguardista e poi federale di Ferrara, Chierici ricoprì tante cariche prestigiose come Prefetto di Pescara e di Pola poi successivamente capo della Milizia Forestale e dall'aprile 1943 Capo della Polizia. Con quest'ultima carica assistette a quella giornata che cambiò per sempre la storia d'Italia, mi riferisco al 25 luglio 1943. Come altri fautori di quell'avvenimento anche Chierici pagò un prezzo altissimo, infatti, come il più conosciuto Galeazzo Ciano, anche Chierici venne arrestato e considerato un traditore. Nel dicembre del 1943, nei carceri a Treviso in attesa di processo, veniva brutalmente assassinato.


Era un uomo coraggioso e lo dimostrò diverse volte: prima al fronte durante la prima guerra mondiale e successivamente a Fiume. Ma anche in tempo di pace e da civile perché quando promulgarono le leggi razziali Chierici era Prefetto di Pescara e, coerente con il pensiero di Balbo, non solo non condivise tale leggi ma si adoperò addirittura per infrangerle. Esiste un bellissimo libro che racconta di quelle coraggiose azioni e si chiama "Il caso Lichtner"
di Giuseppe Perri. In questo volume si narra la storia della famiglia Lichtner scampata miracolosamente all'olocausto grazie proprio alle azioni di Chierici e del Vescovo Giuseppe Venturi.

Da tempo sto facendo ricerche su Renzo Chierici e credo che la sua figura meriterebbe un approfondimento. Non solo per l'importante cognome che porta, che già di per se è un valore aggiunto per Reggio Emilia, ma anche e soprattutto per quanto fatto in vita. Un curriculum del tutto eccezionale che lo portò a ricoprire una delle cariche istituzionali più importanti d'Italia (Capo della Polizia).
Chissà che questo 25 luglio non sproni tale approfondimento nella sua città natale...

giovedì 9 luglio 2020

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