Cartolina ufficiale del Campo di Prigionia di Scandiano. Fronte. Collezione Giuseppe Ruini |
Cartolina ufficiale del Campo di Prigionia di Scandiano. Retro. Collezione Giuseppe Ruini |
Siamo nel periodo della Grande Guerra e dal settembre 1915 la Rocca dei Bojardo si trasformava in un campo di prigionia ospitando un migliaio di prigionieri austriaci. Sappiamo che il loro “soggiorno” non era particolarmente duro, soprattutto i primi mesi dove, come ci racconta nei suoi diari il prigioniero Francesco Zanettin "regnava l'ozio e la noia". Nonostante tutto era pur sempre una prigionia e da reclusi la voglia di libertà era sempre presente.
Tra le mura della Rocca, 4 detenuti progettavano un
evasione Hollywoodiana e armati di un coltellino scavarono un tunnel nel muro esterno del castello, di ben 2 metri e mezzo di spessore. Il tunnel era largo appena 70 cm in
entrata e 40 in uscita, una sorta di imbuto. Ci misero dei mesi e tanta pazienza, ma tempo ne avevano
a volontà e la pazienza se in gioco c’è la libertà, si trovava.
I 4 militari
austriaci erano tutti ufficiali e la notte di domenica 18 giugno 1916 la loro
impresa riuscì, infatti quella notte il tunnel vedeva la luce e tutta la loro
fatica era ricompensata. Quella notte si prestava benissimo per la fuga, il
cielo era carico di nuvoloni neri e il forte vento scuoteva gli alberi, quell’aria di tempesta avrebbe camuffato i
rumori che inevitabilmente si sarebbero prodotti durante la fuga.
Il buco era fatto
e ora bisognava solo uscire e calarsi a terra, ma tra il buco e la terra ferma
c’erano 12 metri di vuoto. I prigionieri unirono delle lenzuola e
coraggiosamente si calarono nel vuoto, i primi tre toccarono terra mentre il
quarto veniva sorpreso dalle guardie poste a vigilanza. I soldati italiani spararono 5 colpi di fucile che risuonavano come un eco nella tranquilla cittadina scandianese. Agli spari i primi tre fuggiaschi scapparono velocemente e
si dileguarono, l’ultimo invece, mentre provò a scappare veniva fermato dal
bersagliere scandianese Braglia Cesare, che in quel momento si trovava a casa in licenza. Braglia sentendo gli spari accorse
per capire cosa stava succedendo, arrivato si trovava davanti quel prigioniero che non parlava nemmeno italiano, Braglia puntò la carabina al fuggiasco e
gli intimò la resa, la sua libertà finì in quel momento, davanti a quel fucile. Arrivavano anche i carabinieri che dopo essersi complimentati con l’ufficiale
dei Bersaglieri ammanettavano il fuggiasco e lo riconducevano nelle galere
della rocca.
Subito partivano le ricerche dei soldati e dei carabinieri per gli
altri tre, ma senza successo. Il giorno seguente arrivava una chiamata da
Correggio, erano le 18.30 e i carabinieri in servizio in quel luogo avevano
arrestato i tre fuggiaschi, venivano sorpresi nella zona di Fosdondo.
In serata
venivano ricondotti anche loro nella Rocca dei Bojardo e anche se solo per un giorno, i 3 fuggiaschi, avevano potuto assaporare la libertà
nelle campagne scandianesi. Questa parentesi dei 4 prigionieri austriaci sarà
l’unica di tutto il periodo di detenzione degli austriaci, nessun’altro tenterà
nulla del genere, anzi, i prigionieri saranno invece ricordati negli anni avvenire per la strada che da Ventoso va sul Monte delle 3 Croci, costruita da loro durante la prigionia. Questa importante infrastruttura, ancora oggi esistente, sarà apprezzata da generazioni e generazioni di scandianesi.
MARCO MONTIPO'
4 commenti:
Ciao, articolo molto interessante! Dove hai trovato queste informazioni? Non citi le fonti, potresti farmi sapere dove sia possibile trovarle? Grazie in anticipo. Fra
Salve, sono contento le sia piaciuto. La fonte è il GIORNALE DI REGGIO, quotidiano reggiano di quel periodo.
Posso sapere da dove scrive e con chi ho il piacere di scrivere?
Grazie
Marco
Grazie per l'informazione! Sono una guida turistica di Reggio Emilia e lavoro anche alla Rocca, per cui sono molto interessata alla storia e agli eventi che la riguardano! Scusa se scrivo come anonimo, ma dal cellulare non riesco a fare diversamente. Ciao. Francesca
Ah ok Francesca. Se le fa piacere, mi scriva alla mia email "marcomontipo@yahoo.it" che ho diverso materiale in merito...
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