lunedì 13 dicembre 2021

MODENA 12 DICEMBRE 2021: GRANDE SUCCESSO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SUL MARINAIO GINO MONTIPO'

Locandina ufficiale dell'evento

Articolo del Resto del Carlino Modena del 13/12/2021

                                        
Domenica mattina, presso la sala conferenze San Carlo di Modena, si è tenuta la presentazione del mio ultimo libro "Gino Montipò il filibustiere del Carnaro". Il volume, da poco ristampato, racconta la vita straordinaria di uno dei grandi marinai della storia marinaresca italiana ed è stato presentato recentemente anche a Casalgrande (RE) e Sassuolo (MO),  luoghi in cui il personaggio trattato nacque e crebbe. Presentazione del libro a Casalgrande (RE)
Quella di Modena è stata quindi l'ultima delle presentazioni in programma che ha concluso un percorso finalizzato alla riscoperta e valorizzazione di Gino Montipò che ad oggi, purtroppo, era finito nel dimenticatoio nonostante i tantissimi meriti militari e civili. 

Un momento della presentazione

Un momento della presentazione

L'evento è stato organizzato dalla sezione modenese dei marinai (ANMI) in collaborazione con l'Associazione studi militari Emilia Romagna (ASMER) con il patrocinio dalla Marina Militare Italiana e del Comune di Modena.

Oltre la mia esposizione in cui ho illustrato la vita di Gino Montipò, sono intervenuti il Presidente nazionale dell'ANMI, Ammiraglio Pierluigi Rosati, il quale ha rimarcato l'importanza di valorizzare e riscoprire il marinaio emiliano auspicando, con l'Amministrazione di Modena, l'intitolazione a Gino Montipò di una via in città. Poi ha preso la parola il vice Sindaco di Modena Gianpietro Cavazza che ha portato i saluti dell'Amministrazione ribadendo la volontà di valorizzare al meglio questo concittadino dimenticato che rappresenta, certamente, un punto di riferimento per la storia della città. Nel concludere l'intervento Cavazza ha raccolto l'invito di dedicare un luogo al marinaio Montipò. Infine è intervenuto il dott. Roberto Riva Cambrino, comandante della Polizia Municipale della città che ha speso belle parole per Gino Montipò, in quanto, oltre essere un noto marinaio, quest'ultimo fu anche comandante del corpo dei Vigili Urbani della città dal 1922 al 1947. Cambrino, tra l'altro, si è detto pronto nel valutare iniziative volte a valorizzare questa importante figura della città di Modena e della Polizia Municipale stessa.


Intervento del vice Sindaco della città di Modena Gianpietro Cavazza

Intervento del Comandante della Polizia Municipale Roberto Riva Cambrino


Intervento del presidente nazionale ANMI ammiraglio Pierluigi Rosati 

Come autore del libro direi che questo ciclo di incontri non poteva chiudersi meglio e infatti, oltre presentare il libro davanti una sala gremita, ho avuto anche il piacere e l'onore di avere come sfondo il Gonfalone del Comune di Modena, esposto per tributare il giusto e doveroso ricordo al marinaio Gino Montipò. Come ricercatore e scrittore, infine, mi posso ritenere estremamente soddisfatto perché ho avuto il privilegio di riportare alla luce una personalità locale tanto importante da intrecciarsi addirittura con la grande storiografia nazionale. Con questo lavoro di oltre due anni di ricerca posso affermare che finalmente si colma un vuoto nella storia marinaresca italiana e perché no, della stessa città di Modena.

Il vice Sindaco Gianpietro Cavazza e l'autore del libro Marco Montipò


L'autore del libro con il Comandante della polizia Roberto Riva Cambrino

Consegna dell'attestato dei 100 anni della sezione dell'ANMI di Modena. 
In foto il Presidente nazionale Ammiraglio Pierluigi Rosati e quello locale Giuseppe Caccamo


Il Gonfalone del Comune di Modena esposto per l'occasione










 

giovedì 25 novembre 2021

GRANDE SUCCESSO PER LA CONFERENZA SUI VILLAGGI E LE NECROPOLI NEOLITICHE DI CHIOZZA

Gazzetta di Reggio del 17/11/2021

Gazzetta di Reggio del 20/11/2021


 
Locandina dell'evento








LA STORIA E IL RIPRISTINO DELLA FIERA DI SANTA CATERINA

Manifesto della Fiera del 1933. Arch. Comune di Scandiano

Resto del Carlino Reggio del 24/11/2021

Gazzetta di Reggio del 25/11/2021


Il culto di Santa Caterina d'Alessandria nello scandianese affonda le radici nell'epoca boiardesca quando Feltrino Boiardo, primo Conte di Scandiano, nel momento della sua morte diede disposizioni affinché si venerasse la Martire. Nel 1729, invece, ci fu un evoluzione significativa e cioè che Santa Caterina venne proclamata ufficialmente Patrona della città. Da quel 1729, quindi, ogni 25 novembre Scandiano è in festa e negozi, mercati e la classica fiera animano la cittadina scandianese. Quello che poco si conosce invece è che verso la fine del '800, per diversi decenni, la Fiera di Santa Caterina venne soppressa dalle autorità "non tanto per ragioni economiche e commerciali per contrarietà derivanti per diversi anni dalla cattiva stagione." 
La popolazione scandianese non vide con buon occhio questa soppressione e i malumori si protrassero nel tempo fino a quando nel 1933, il Podestà di Scandiano Gianfrancesco Basini, decise di ripristinare la tradizionale Fiera. Accogliendo il desiderio dei commercianti e degli allevatori di bestiame, Basini avviò l'iter di ripristino e nella delibera del 10 giugno 1933 sostenne che era "doveroso per una civica amministrazione assecondare i desideri della propria popolazione" e che quindi deliberava "di ripristinare, a far tempo del corrente anno, la Fiera di Santa Caterina da tenersi il giorno 25 novembre per il commercio del bestiame ispecie degli ovini da carne e delle merci in generale."  

Nell'agosto del 1933 quindi il Prefetto di Reggio Emilia autorizzò il Comune di Scandiano ad "effettuare il ripristino" della Fiera detta di Santa Caterina.

Per garantire che la "prima" Fiera di Santa Caterina fosse di assoluto prestigio, il Podestà scandianese si adoperò per coinvolgere i migliori allevatori di bovini e ovini, i commercianti del paese, i Comuni limitrofi ed ebbe il coraggio di sfidare il brutto tempo che fu la causa, in passato, della soppressione della Fiera. Riferendosi proprio alla cattiva stagione, il Podestà Basini disse: "Il Comune à ora tutti i requisiti per un efficiente ripristino della fiera in oggetto, essendo dotato d'un ampio mercato coperto ed inoltre presentando questo Capoluogo, in seguito al vasto suo sviluppo edilizio, alla creazione e situazione delle sue piazze, al miglioramento della sua rete stradale verificatosi in questi ultimi tempi, tutte le comodità per convenientemente ospitare , anche in caso di avversa stagione, una straordinaria affluenza di forestieri, nonché di merce e bestiami"

Basini aveva assolutamente ragione perché in quel 25 novembre 1933 anche se il tempo era brutto e la pioggia scese sulla Fiera di Santa Caterina, la cittadina di Scandiano riuscì ad offrire comunque una bellissima giornata. Furono esposti oltre un migliaio di capi di bestiami e numerosi visitatori affluirono nel centro del paese.

In quel 1933 probabilmente nessuno credeva in quello che sosteneva Basini, in molti pensavano "il tempo è sempre brutto e se la Fiera è stata abolita un motivo ci sarà" ma fortunatamente il Podestà continuò per la sua strada e la sua determinazione lo premiò. Dopo quel 1933, infatti, la Fiera di Santa Caterina divenne un appuntamento rinomato in tutto il territorio. Pensare, per esempio, che solo l'anno successivo, il 1934, alla Fiera di Santa Caterina vennero oltre 20.000 persone e i negozi e bar fecero grandi affari. Anche il Teatro Bojardo, che per l'occasione organizzò diversi spettacoli, vide 4 sold-out con oltre 2400 presenze.


MARCO MONTIPO'



domenica 7 novembre 2021

CASALGRANDE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO "GINO MONTIPO IL FILIBUSTIERE DEL CARNARO"

 

Resto del Carlino Reggio del 6 novembre 2021

Resto del Carlino Reggio del 10 novembre 2021

Sabato 6 novembre, presso la sala espositiva del Comune di Casalgrande, si è tenuta la presentazione del nuovo libro dello scrittore scandianese Marco Montipò "Gino Montipò il filibustiere del Carnaro". L'evento è stato organizzato dal Comune con il patrocinio della Marina Militare Italiana e ha avuto l'obiettivo di riscoprire e valorizzare uno dei personaggi più illustri del territorio casalgrandese. Gino Montipò  rappresenta infatti il casalgrandese più importante della prima metà del '900. 




Il marinaio nacque a Casalgrande nel 1879 e arruolatosi in marina all'età di 17 anni prese parte a tutti i conflitti del primo '900 come la Guerra di Libia 1911-1912, la Grande Guerra 1915-1918 e infine la seconda guerra mondiale 1940-1945. Fu tra i fautori dei leggendari MAS e prese parte alle azioni più significative della Prima Guerra Mondiale, non ultima, l'epica Beffa di Buccari con Gabriele D'Annunzio. A Modena ricoprì la carica di Comandante della Polizia Municipale che la guidò dal 1922 al 1947 e in città, fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1961, divenne un punto di riferimento dell'intera comunità. 

Come autore del libro posso dirmi più che soddisfatto perché la partecipazione è stata davvero eccezionale e in poco tempo ho potuto vedere la sala riempirsi dovendo anche sistemare ulteriori sedie per permettere a tutti  i presenti di potersi sedere. Questo risultato è certamente un orgoglio perché sale piene, quando si parla di storia, non è affatto scontato, anzi, purtroppo solitamente è l'esatto contrario. Sono contento anche per Gino Montipò, che dopo tanti anni di silenzio, è tornato nella sua Casalgrande da protagonista ed è stato accolto calorosamente come testimonia l'eccezionale partecipazione.

Alcune fotografie e cimeli del marinaio Gino Montipò messi a disposizione dei presenti alla presentazione.













lunedì 1 novembre 2021

31 OTTOBRE 2021: INCONTRO CON LE SCUOLE ELEMENTARI DI SCANDIANO

 

   Un momento di chiacchiere lungo Corso Vallisneri    
In questi anni ho tenuto incontri in biblioteche e scuole, parlando ad un pubblico di persone adulte e adolescenti.
Questa volta, invece, per la prima volta mi è stato chiesto di accompagnare per il centro cittadino i bambini delle scuole elementari scandianesi, così da fargli conoscere la storia di Scandiano. 

Abbiamo passeggiato tra le vie e le piazze ripercorrendo in modo cronologico l'evoluzione espansionistica di Scandiano e, soprattutto, l'attività del ricercatore storico volta a riportare alla luce le storie del passato.

Devo dire che è stato molto bello fare da Cicerone a questi piccoli scandianesi e di questo ringrazio le maestre per avermi coinvolto in questo bellissimo progetto.



VIANO, DOPPIO CENTENARIO: I CENTO ANNI DEL MILITE IGNOTO E DEL MONUMENTO AI CADUTI

 

Locandina ufficiale dell'evento


Gazzetta di Reggio del 31 ottobre 2021



Resto del Carlino Reggio del 31 ottobre 2021



Momento dei saluti del Sindaco Nello Borghi

martedì 21 settembre 2021

SCANDIANO: MORTA VALDINA GIACHIN, L'ULTIMA ESULE ISTRIANA

 E' morta a 101 anni Valdina Giachin. Era l'ultima esule istriana residente a Scandiano (nella provincia reggiana) e da anni la sua storia veniva portata sui social e nelle scuole. Non conosceva odio né rancore, una testimonianza positiva per i giovani. 

La ricordo postando l'articolo del Resto del Carlino uscito nel giorno del suo funerale e il video della conferenza organizzata nel Giorno del Ricordo del 2020. Fu l'ultimo incontro pubblico a cui partecipò la Valdina. 


Resto del Carlino Reggio 17/9/2021





martedì 27 luglio 2021

26 LUGLIO 1943, LE FOTO INEDITE DELLA CADUTA DEL REGIME A REGGIO EMILIA

Sono innumerevoli le volte che le mie ricerche o pubblicazioni sono finite sui giornali e tutte le volte leggerle è sempre un emozione. Questa volta, però, è davvero un orgoglio vedere le locandine fuori dalle edicole esibire come notizia del giorno la mia ultima scoperta.


Locandina Resto del Carlino Reggio 26 luglio 2021

Articolo Resto del Carlino Reggio 26 luglio 2021



domenica 25 luglio 2021

25 LUGLIO 1943: LA CADUTA DEL REGIME E LA SPERANZA DI UN CAMBIAMENTO

Il 25 luglio 1943 è una data tra le più significative della storia d'Italia. Quel giorno, infatti, durante il Gran Consiglio del Fascismo e soprattutto durante la votazione dell' Ordine Grandi, Mussolini veniva destituito dalle sue funzioni. Di fatto quel giorno rappresentò la caduta del Regime fascista. 

In quel luglio 1943 si era da poco conclusa la Campagna d'Africa con la vittoria inglese e gli Alleati erano già sbarcati in Sicilia. La parte del Regime che mai aveva accettato l'alleanza con la Germania nazista e la guerra, cominciò a tramare fino a chiedere, con l'Ordine Grandi, che il comando delle Forze Armate passasse a Re Vittorio Emanuele III. A capo di questi "rivoltosi" c'era il Gerarca Dino Grandi da cui prese il nome l'Ordine del Giorno in questione. 
Dopo la votazione, come è noto, Mussolini venne arrestato dai carabinieri e a capo dell'esecutivo passò il Maresciallo Pietro Badoglio. Da tutta Italia partirono da subito manifestazioni spontanee in cui si gioiva per la caduta del fascismo ma soprattutto perché si pensò, ingenuamente, ad una conclusione anticipata della guerra. Oggi, invece, sappiamo che non fu così ma purtroppo la guerra continuò e diventò anche molto più tragica e crudele di quanto ci si aspettasse. Basti pensare ai bombardamenti e la guerra civile che flagellò il nostro paese.

Prima pagina del "Il Tricolore" 26 luglio 1943

Appena appresa la notizia della caduta di Mussolini da tutta Italia nacquero manifestazioni spontanee e si cominciò a prendere le distanze dal Regime appena imploso. Pensare per esempio al quotidiano reggiano che già dal 26 luglio 1943 cambiò nome da "il solco fascista""il tricolore". La prima pagina del primo numero annunciava: "PER LA RISCOSSA. IL PROCLAMA DI VITTORIO EMANUELE III AGLI ITALIANI". Il Re lanciò un proclama al popolo italiano: "Italiani, assumo da oggi il comando di tutte le Forze Armate. Nell'ora solenne che incombe sui destini della Patria ognuno riprenda il suo posto di dovere, di fede e di combattimento. Nessuna deviazione deve essere tollerata, nessuna recriminazione può essere consentita , ogni italiano si inchini dinnanzi alle gravi ferite che hanno lacerato il sacro suolo della Patria. L'Italia, per il valore delle sue Forze Armate, per decisa volontà di tutti i cittadini, ritroverà nel rispetto delle Istituzioni che ne hanno sempre confortata l'ascesa, la via della riscossa. Italiani, sono oggi più che mai indissolubilmente unito a voi dall'incrollabile fede nell'immortalità della Patria."  

Manifestazione 26 luglio 1943 zona Piazza Battisti (oggi piazza del monte)
 
La popolazione la mattina del 26 luglio 1943 si svegliò leggendo il proclama del Re e già dalle prime ore il fermento era evidente. Nella città di Reggio nacquero dimostrazioni popolari in cui donne e uomini "armati" di bandiere tricolori invasero il centro cittadino. La festa fu coinvolgente e insieme ai cittadini presero parte alle dimostrazioni anche i soldati italiani dislocati in città. Il quotidiano di Reggio Emilia scrisse di quella giornata: "la città del Tricolore è stata unanime come non mai nel tributare al gesto del Sovrano, così denso di significato, il suo plauso incondizionato. Un vero tripudio di vessilli ha inondato le vie della città" 


Articolo del "Il Tricolore" apparso il 29 luglio 1943


Anche in provincia ci furono diverse manifestazioni come a Scandiano dove la mattina del 26 luglio 1943 circa 600 persone vollero passeggiare per il centro del paese. Il quotidiano "il tricolore" del 29 luglio 1943 riporta di quella giornata: “Nella mattinata di lunedì scorso si sono iniziate spontanee manifestazioni da parte di numerosa folla che ha inneggiato alla riconquistata libertà con favore sincero. Senza avere avuto nessun ordine, tutte le famiglie hanno adornato balconi e finestre con drappi e bandiere tricolori che hanno sventolato per tutta la giornata dando al paese un aspetto festoso. Anche nelle diverse frazioni si sono svolte spontanee dimostrazioni, e fra queste va rilevata quella di Ca' de' Caroli dove insieme agli operai dimostranti si è unita una compatta folla di bambini."

Da un rapporto del commissario prefettizio scandianese Giuseppe Curti sappiamo che però andò diversamente. Il paese era certamente in festa ma non si permise la dimostrazione nel centro della cittadina. Presso l'archivio storico comunale, infatti, è custodito un suo resoconto dell'accaduto in cui annotò che il maresciallo dei carabinieri Zucconi e i suoi uomini riuscirono ad impedire la dimostrazione nel centro cittadino:  "il mattino del 26, giorno di mercato con notevole affluenza di pubblico, una colonna di circa 600 dimostranti intendeva fare il giro delle vie di quest'abitato ma veniva subito affrontata dal suddetto sottoufficiale e dai dipendenti ed in pochi minuti dispersa"


Avv. Eriberto Morsiani


Dopo la caduta del Regime si cercò timidamente anche di proporre cambiamenti  in ambito politico/amministrativo ma senza riuscirvi. A Scandiano, per esempio, si proposero al ruolo di Podestà anche degli antifascisti. 
In quel luglio 1943 era Commissario Prefettizio del Comune di Scandiano Giuseppe Curti, fascista iscritto al PNF fin dal 1922 e ricopriva tale carica dal gennaio del medesimo anno. Già Segretario del PNF scandianese, Curti al momento della nomina veniva descritto di "buona cultura generale ed è ritenuto capace di ben disimpegnare la carica di Podestà del Comune di Scandiano. Da parte delle Autorità e popolazione è molto ben visto e gode di stima di persona retta e imparziale". Dopo il 25 luglio, però, si ritenne opportuno un cambiamento amministrativo e già dall'agosto 1943 si proposero diversi nomi come: l'Avv. Rosati Giuseppe. noto personaggio dell'ambito cattolico e decorato della Grande Guerra, oppure  Azzali Attilio, possidente e industriale caseario e infine l'avv. Morsiani Eriberto. Proprio quest'ultimo non solo non era tesserato al PNF ma si legge nel resoconto fatto dal comando dei carabinieri che "per le sue idee notoriamente antifasciste  e per avere militato nel partito radicosocialista, fin dal 1940 è stato sottoposto a vigilanza."  
Nelle motivazioni sulla candidatura di Morsiani, invece, si sostenne che "in questo periodo di transizione ha molto ascendente sulla popolazione di Scandiano per i suoi precedenti politici e per la fiducia che riscuote come persona retta, intelligente e competente. La sua nomina a commissario prefettizio sarebbe bene accettata dalla cittadinanza"

Questi timidi spiragli di cambiamento, però, vennero azzerati nel settembre del 1943 quando un ulteriore terremoto colpì le istituzioni nazionali. L'8 settembre venne firmato l'Armistizio con gli Alleati e il 12 le forze germaniche liberarono Benito Mussolini. In quel settembre 1943 l'Italia venne smembrata tra il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana e fu l'inizio di una guerra tra italiani che fece tramontare ogni possibile cambiamento.

sabato 24 luglio 2021

SUCCESSO PER L'INCONTRO DEDICATO AI DA FOGLIANO


Resto del Carlino Reggio del 21 luglio 2021


C'è chi sostiene che la storia e la cultura siano materie noiose e non interessanti ma poi capitano queste serate e si dimostra l'esatto contrario.

Ieri sera, infatti, in una frazione scandianese/vianese si è parlato di medioevo e della famiglia Da Fogliano. Una serata torrida di luglio che ha visto tanta gente affluire nella frazione di Rondinara per ascoltare la storia di questa famiglia che diede vita ad innumerevoli congiure e omicidi politici per conquistare il potere locale. Una storia scandianese e vianese riportata alla luce grazie al Professore Giorgio Montecchi.
Ringrazio il Sindaco di Viano Nello Borghi e l'assessore alla cultura Rosalia Splendore per avere partecipato. È bello vedere questi amministratori che coltivano la storia dei territori che amministrano perché la nostra ricchezza più grande è il nostro patrimonio storico/culturale.
Un grazie anche al Circolo USD di Rondinara e Michele Campani per l'organizzazione impeccabile.


Marco Montipò mentre parla al fianco del Prof. Montecchi
Montecchi, Montipò e Campani con davanti i partecipanti

sabato 3 luglio 2021

I VECCHI TEATRI SCANDIANESI DEL PRIMO '900

Il primo vero e proprio teatro scandianese fu certamente il bellissimo Teatro Bojardo, realizzato dal Sindaco Venerio Zuccoli nel 1908 che ne disegnò personalmente la facciata. Gli scandianesi da anni sentivano il bisogno di un teatro e con l'avvento di Zuccoli, insediatosi nel 1903, si concepì l'idea di realizzare un edificio che potesse soddisfare la fame di spettacolo e cultura della popolazione. Nel 1905 si costituì, sotto la guida dell'Avvocato Giovanni Olmi, il comitato per la costruzione del teatro e quindi partì una sottoscrizione pubblica che vide la partecipazione massiccia degli scandianesi. La costruzione dell'edificio venne affidata alla ditta arcetana di Flaminio Regnani e le decorazioni interne al pittore Gaetano Poli di Chiozza.  Il 16 maggio 1908 il Teatro Bojardo venne inaugurato e tutta la popolazione poté ammirare tutta la sua bellezza che lasciava - a detta di chi lo vide - senza parole. Purtroppo, però, durante la seconda guerra mondiale il teatro venne colpito dai bombardamenti e di conseguenza, finito il conflitto, si decise per la sua totale demolizione. Al suo posto venne concepita l'odierna Piazza Primo Maggio.

Teatro Bojardo visto dall'esterno

Teatro Bojardo visto dall'interno


Il Teatro Shakespeare di Arceto sorse per volontà dei socialisti del posto, uno su tutti Pietro Artioli. Proprio lui, infatti, che si dice che abbia proposto il nome dell'edificio. Nel febbraio del 1911 venne presentato dallo scultore Francesco Lodesani il progetto negli uffici comunali e dopo alcuni mesi, nel dicembre del medesimo anno veniva inaugurato. Alla cerimonia inaugurale partecipò il socialista reggiano Camillo Prampolini. Nel momento della costruzione, però, la cooperativa contrasse dei debiti che non riuscì poi a pagare e nel 1915 lasocietà venne quindi posta in fallimento. Il teatro, a questo punto, subì un triste destino. Acquistato infatti da Ernesto Spallanzani, quest'ultimo ne decise la demolizione avvenuta nell'autunno del 1916. 

Teatro Shakespeare visto dall'esterno

Teatro Shakespeare visto dall'interno



Il Teatro Lazzaro Spallanzani sorse per volontà di monsignore Giuseppe Pedrini. Proprio lui, infatti, concepì l'idea e si prodigò nel reperire i fondi per la costruzione. Il teatro venne inaugurato nel 1911 e per tanti anni ospitò spettacoli e convegni di ispirazione cattolica. Dell'edificio rimane ancora la facciata mentre la parte che ospitava la sala è stata convertita in zona residenziale e oggi ospita una palazzina.

Teatro Spallanzani visto dall'esterno nel primo '900



Teatro Spallanzani visto dall'esterno oggi luglio 2021



Il Teatro Angelo Chierici di Fellegara, invece, venne realizzato dal prevosto Don Luigi Campanini. Per tanti anni ospitò spettacoli e iniziative cattoliche ma fu anche utilizzato come asilo infantile. Oggi la struttura è ancora esistente ma in uno stato di totale abbandono. 

Teatro Chierici visto dall'esterno nei primi del '900

Il Teatro Chierici oggi luglio 2021