giovedì 9 agosto 2018

9 AGOSTO 1916, LA PRESA DI GORIZIA: LA PRIMA VERA VITTORIA ITALIANA NELLA GRANDE GUERRA VISTA DA SCANDIANO

Resto del Carlino del 10 agosto 1916

Siamo nell'agosto del 1916 e nei primi giorni del mese si combatteva la 6° battaglia dell'Isonzo, chiamata anche "battaglia di Gorizia".  L'Italia era già in guerra da oltre un anno e fino ad allora, visto l'andamento del conflitto, che sembrava fermo, immobile, in quella maledetta guerra di trincea, il morale delle truppe e della popolazione era particolarmente amareggiato.
Fino all'agosto del 1916 infatti, non c'era stata nessuna azione significativa, qualcosa che poteva dare entusiasmo agli italiani ma finalmente con Gorizia tutto cambiava. Quella città era simbolica perché insieme a Trento e Trieste, era simbolo dell'irredentismo italiano. La battaglia fu accanita e sanguinosa, alla sua conclusione si contavano infatti circa 20000 morti da parte italiana e 10000 austro-ungarica.

Fanteria italiana che marcia alla volta di Gorizia. Agosto 1916.

Cavalleria italiana che entra a Gorizia. Agosto 1916

Tra loro c'era anche uno scandianese, Fantini Alfredo, classe 1896, morto il 12 agosto 1916 presso la 12° Sezione di Sanità, per le ferite riportate in combattimento. Alfredo era figlio di Fantini Leopoldo e Lodesani Rina e grazie ad una ricerca di Elio Anghinetti, sappiamo che i suoi resti riposano nel Sacrario Militare di Oslavia, a Gorizia, nel loculo 6009.


Foto del soldato Fantini Alfredo

Nel bollettino dell'8 agosto scriveva Cadorna "Sul basso Isonzo, davanti Gorizia continua accanita e incessante la lotta" e finalmente il giorno successivo, il tanto atteso aggiornamento diceva "Oggi le nostre truppe sono entrate a Gorizia". Il bollettino vittorioso del 9 agosto, come ogni giorno, veniva letto per la cittadinanza davanti il Municipio di Scandiano. Gli scandianesi accorrevano per avere informazioni dal fronte, perché ogni famiglia aveva un richiamato. La notizia portava entusiasmo, proprio come ci riportano le cronache del tempo e da subito, cominciavano i festeggiamenti.
Riporto la testimonianza di un prigioniero austro-ungarico rinchiuso nella Rocca dei Bojardo, utilizzata dal settembre del 1915 fino al novembre 1917, come campo di prigionia.
Si chiamava Francesco Zanettin e già da un anno era prigioniero a Scandiano (RE).  Nel suo diario, in cui annotava le giornate, scriveva di quel giorno: "Ogi la gente di Scandiano hanno fatto un po di bandoria per la presa di Gorizia con 8000 prigienieri gridando e strillando Atorno la Rocca sino le 11 di notte. 9/8/1916"







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