Conclusa la Grande Guerra in tutto il mondo si faceva la drammatica conta dei morti. Circa 10 milioni di soldati perirono in quel conflitto di cui 650 mila italiani.
Oggi girando da nord a sud per l'intero paese possiamo vedere come in ogni Comune d'Italia ci sia un monumento ai Caduti della Grande Guerra. Neanche la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato una testimonianza marmorea di tali dimensioni. La Grande Guerra possiamo dire che è stata grande anche in questo.
Questi monumenti commemorativi sono stati eretti solitamente nel cuore delle città e uniscono tutti i paesi e paesini d'Italia in un unica grande storia condivisa. Ogni famiglia italiana infatti ha avuto uno o più figli in quelle trincee e tutte sapevano bene cos'era stata la Grande Guerra. Negli anni '20 con l'avvento del fascismo ci fu una vera e propria gara nell'erezione dei monumenti e dei sacrari in onore dei caduti, ma nei primi anni dopo il conflitto fu l'esatto contrario. Il clima politico e sociale di quel tempo infatti era molto turbolento e la violenza politica riempiva le pagine dei giornali. Il Biennio Rosso, così venne nominato quel lasso di tempo, segnò profondamente l'Italia e congelò in parte la volontà di costruire monumenti in onore dei caduti.
Nell'immediato dopoguerra, solo in pochi casi e a macchia di leopardo, in alcune città si riuscirono ad innalzare monumenti in ricordo dei caduti. Nel reggiano, per esempio, il primo e unico monumento della provincia ad essere costruito prima del fascismo fu quello di Viano nel 1921.
La storia di questo monumento è pubblicata nel libro "VIANO DURANTE LA GRANDE GUERRA".
Io sono nato a Scandiano, provincia di Reggio Emilia, e qui sono nati mio padre, mio nonno e ancora prima il mio bisnonno Giuseppe Montipò. Quest'ultimo era della classe 1881 e partecipava alla Grande Guerra come fante inquadrato nella brigata "Belluno". Gli scandianesi caduti in quel conflitto furono 197 e il monumento in loro ricordo fu eretto nel 1925 alla presenza di Dino Grandi. Anche in questo caso il monumento fu eretto nel cuore della città.
Un monumento che oggi purtroppo non esiste più perché la statua in bronzo che lo sormontava fu tolta e "donata alla patria" a fine anni '30. Oggi al suo posto c'è un nuovo monumento, inaugurato nel 1958 a ricordo dei caduti scandianesi di tutte le guerre.
Questi monumenti commemorativi sono stati eretti solitamente nel cuore delle città e uniscono tutti i paesi e paesini d'Italia in un unica grande storia condivisa. Ogni famiglia italiana infatti ha avuto uno o più figli in quelle trincee e tutte sapevano bene cos'era stata la Grande Guerra. Negli anni '20 con l'avvento del fascismo ci fu una vera e propria gara nell'erezione dei monumenti e dei sacrari in onore dei caduti, ma nei primi anni dopo il conflitto fu l'esatto contrario. Il clima politico e sociale di quel tempo infatti era molto turbolento e la violenza politica riempiva le pagine dei giornali. Il Biennio Rosso, così venne nominato quel lasso di tempo, segnò profondamente l'Italia e congelò in parte la volontà di costruire monumenti in onore dei caduti.
Nell'immediato dopoguerra, solo in pochi casi e a macchia di leopardo, in alcune città si riuscirono ad innalzare monumenti in ricordo dei caduti. Nel reggiano, per esempio, il primo e unico monumento della provincia ad essere costruito prima del fascismo fu quello di Viano nel 1921.
La storia di questo monumento è pubblicata nel libro "VIANO DURANTE LA GRANDE GUERRA".
Foto del monumento di Viano 1921 |
Un monumento che oggi purtroppo non esiste più perché la statua in bronzo che lo sormontava fu tolta e "donata alla patria" a fine anni '30. Oggi al suo posto c'è un nuovo monumento, inaugurato nel 1958 a ricordo dei caduti scandianesi di tutte le guerre.
Foto del monumento di Scandiano autografata da Dino Grandi |
Articolo del "Il giornale del Mattino" |
Per l'occasione fu fatto partire anche un aereo da Poggio Renatico, che nel sorvolare il paese, gettò migliaia di volantini tricolore con scritto "onore ai caduti - W Corporeno - W l'esercito vittorioso"
Alla Cerimonia prendeva parte il Prefetto, unica autorità presente, che ringraziava gli organizzatori e i presenti. Poi prendevano la parola diverse persone del paese tra cui il Parroco di Corporeno, Don Resca. La giornata era di festa, ma tra i canti e le canzoni della fanfara il pensiero per i famigliari caduti in quel conflitto era sempre presente. Dopo le musiche, i canti dei soldati e le parole degli oratori infatti, il pensiero finiva sempre lì, con un po di commozione, per quei giovani che non c'erano più. Scriveva Il giornale del mattino al riguardo: "Guardammo ancora una volta l'obelisco e ci parve che su di esso gigantesche,smisurate, contratte da un ghigno atroce, si elevassero le ombre dei martiri. Vita e morte, canti e singhiozzi."
Foto del monumento di Corporeno scattata nel luglio 2019 |
Bibliografia:
_ Scandiano e la Grande Guerra
_ Viano durante la Grande Guerra
_80° Anniversario Inaugurazione Primo Monumento ai Caduti della 1° Guerra Mondiale. Corporeno 27 luglio 1919 . 1999
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