Cesare Battisti è la figura simbolo dell'italianità e dell'eroismo italiano nella grande guerra.
In tutta Italia la sua figura è tutelata e omaggiata, tutta Italia tranne Reggio Emilia che da anni si cerca di dimenticare o addirittura denigrare questo eroe, prima togliendogli la piazza in suo onore e l'anno scorso omaggiando chi voleva impedirgli di parlare a Reggio Emilia nel febbraio del 1915, impedimento (non riuscito) che costò la vita a due manifestanti.
Il ricordo umano per quei manifestanti uccisi è condivisibile, specialmente dopo 100 anni, ma che non si usino i morti per riscrivere la storia, la parte giusta era una, quella dell'Italia, quella di Cesare Battisti, quella che tutti noi leggiamo nei libri di scuola e che ha scritto la storia, l'Italia che è scesa in guerra e che l'ha vinta!
Noi non ci stiamo, non possiamo permettere che la medaglia d'oro al valor militare Cesare Battisti venga trattato in questo modo, per questo abbiamo deciso di organizzare questa conferenza per approfondire e riscoprire la figura del patriota Battisti, caduto per la causa italiana impiccato per mano austriaca.
Oggi il suo ricordo è doveroso e rendergli omaggio un dovere di tutti noi.
Marco Montipò
Umile patriota reggiano
Posto la cronologia degli eventi per fare comprendere ai lettori nello specifico di cosa parliamo e di contestualizzare il racconto, di quando Cesare Battisti venne invitato a Reggio Emilia il 25 febbraio del 1915 per tenere un comizio a favore dell'entrata in guerra dell'Italia e i rossi internazionalisti gli organizzarono una contro manifestazione finita nel sangue.
La cronologia è ripresa dalle cronache dall'ora e riassunta per tutti voi.
Il lavoro è stato fatto da Giorgio Eboli (che ringrazio) e da me.
Buona lettura
CESARE BATTISTI A REGGIO EMILIA (25
febbraio 1915)
21 febbraio: in un clima cittadino piuttosto
acceso vengono promosse alcune manifestazioni neutraliste da parte dei
socialisti locali che scatenano la protesta formale da parte delle associazioni
interventiste cittadine (nazionalisti, irredentisti, radicali, studenti,
liberali, ex militari, garibaldini).
22-23 febbraio: mentre i socialisti dimostrano
contro l’ingresso in guerra dell’Italia viene confermata la presenza dell’On.
Battisti a Reggio per il 25 febbraio, restano ancora ignote le modalità del
comizio e il luogo che lo ospiterà.
24 febbraio: le forze di Pubblica Sicurezza
impongono che la conferenza abbia luogo in forma privata tramite la
distribuzione di inviti, ancora sconosciuto il luogo dove si terrà; intanto
vengono chiamati a raccolta gli studenti, sempre in prima linea per la causa
interventista.
25 febbraio: dopo un iniziale rifiuto da parte
della Giunta socialista per il Teatro Municipale, viene concesso ai promotori
il Politeama Ariosto grazie all’iniziativa dell’attore Fumagalli che rinuncia
al proprio spettacolo affinché possa venire ospitato l’On. Battisti. Il
“Giornale di Reggio” si occupa della distribuzione degli inviti; i socialisti
garantiscono tramite il loro organo di stampa cittadino “La Giustizia” che non
interverranno alla manifestazione ma allo stesso tempo mobilitano gli operai
con toni tutt’altro che pacifici (“opporre alla mobilitazione guerrafondaia una
mobilitazione operaia”).
La sera del
comizio infatti si assiepa già a partire dalle 8 davanti al teatro una folla di
contestatori socialisti che accoglie i partecipanti all’evento con calci, sputi
e bastonate, avvengono i primi disordini tra contestatori e invitati e si
registrano i primi feriti. All’arrivo di Cesare Battisti per le ore 9 la sala
del Teatro esplode in grida di giubilo mentre all’esterno inizia una sempre più
fitta sassaiola ai danni dei carabinieri schieratisi a protezione della
struttura: in molti cadono sotto i colpi della folla e, vistisi attaccati,
rispondono con frequenti cariche e con qualche isolato colpo di pistola. I
manifestanti si disperdono lasciando sul campo un morto (al quale se ne
aggiungerà un altro in nottata) e numerosi feriti.
26 febbraio: il giorno successivo i tragici
avvenimenti del Teatro Ariosto gli operai socialisti proclamano un estemporaneo
sciopero generale: riuniti in corteo percorrono le vie del centro storico
costringendo i negozi a chiudere le loro serrande e si riuniscono di fronte al
Municipio dove ascoltano il comizio del socialista Zibordi che annuncia
l’arrivo a Reggio dell’On. Prampolini per il giorno successivo. Non mancano
anche in questa occasione i casi di violenza: un sacerdote viene percosso da un
gruppo di manifestanti in via Emilia Santo Stefano, mentre un ufficiale è
vittima di una fitta sassaiola in via Emilia San Pietro, infine diversi negozi
sono oggetto di atti di vandalismo. La Giunta Municipale decide di indire una
serrata delle Scuole Elementari.
Intanto
compaiono i primi resoconti di parte socialista agli eventi del 25: “L’Avanti!”
e “La Giustizia” asseriscono infatti che i manifestanti si erano riuniti
intorno al Teatro Ariosto per assistere
all’ingresso dei comizianti e che, constatata l’impossibilità di entrare,
si erano pacificamente disposti intorno alla struttura; senza alcun avviso
quindi la forza di Pubblica Sicurezza avrebbe caricato gli astanti
disperdendoli con inaudita violenza.
27 febbraio: scuole chiuse e negozi “invitati”
ad abbassare le saracinesche entro le 10.30 del mattino fanno da cornice ad
un’altra giornata di sciopero generale che culmina con l’atteso comizio di
Prampolini in piazza Vittorio Emanuele. Il clima si scalda quando un non
identificato gruppo di studenti lancia qualche slogan in favore della guerra
dando inizio ad una vera e propria “caccia allo studente” da parte degli
scioperanti che nella foga finiscono per prendersela anche coi figli di alcuni
compagni; deve intervenire lo stesso Prampolini per placare gli animi e per
evitare ad un altro ufficiale dell’esercito un probabile linciaggio.
Nel
frattempo in Parlamento il Presidente del Consiglio Salandra - noto per le sue
posizioni interventiste - difende l’operato dei Carabinieri reggiani e attacca
gli organizzatori della contromanifestazione.
28 febbraio: si celebrano con grande
partecipazione cittadina i funerali delle vittime degli scontri del Teatro
Ariosto. Proseguono le violenze di cui fanno le spese questa volta un agente di
commercio modenese scambiato per un agente in borghese e un altro studente.
Non si
placano infine neanche le schermaglie mediatiche che vedono ancora una volta l’
“Avanti!” in prima fila a giustificare i socialisti reggiani e a difendere il
loro sacrosanto diritto di salutare al
loro passaggio i campioni del nazionalismo, il quotidiano si scaglia poi
contro le forze dell’ordine le quali, nonostante sopportassero da più di un’ora
la sassaiola dei manifestanti, non avrebbero dovuto rispondere ai sassi con i proiettili dei loro revolver.
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