mercoledì 17 febbraio 2016

NEL CENTENARIO DELLA MORTE DEL PATRIOTA CESARE BATTISTI: CONFERENZA PER RISCOPRIRE LA FIGURA DELL'EROE NAZIONALE

Locandina della conferenza

Cesare Battisti è la figura simbolo dell'italianità e dell'eroismo italiano nella grande guerra. 
In tutta Italia la sua figura è tutelata e omaggiata, tutta Italia tranne Reggio Emilia che da anni si cerca di dimenticare o addirittura denigrare questo eroe,  prima togliendogli la piazza in suo onore e l'anno scorso omaggiando chi voleva impedirgli di parlare a Reggio Emilia nel febbraio del 1915, impedimento (non riuscito) che costò la vita a due manifestanti.

Il ricordo umano per quei manifestanti uccisi è condivisibile, specialmente dopo 100 anni, ma che non si usino i morti per riscrivere la storia, la parte giusta era una, quella dell'Italia, quella di Cesare Battisti, quella che tutti noi leggiamo nei libri di scuola e che ha scritto la storia, l'Italia che è scesa in guerra e che l'ha vinta! 

Noi non ci stiamo, non possiamo permettere che la medaglia d'oro al valor militare Cesare Battisti venga trattato in questo modo, per questo abbiamo deciso di organizzare questa conferenza per approfondire e riscoprire la figura del patriota Battisti, caduto per la causa italiana impiccato per mano austriaca.

Oggi il suo ricordo è doveroso e rendergli omaggio un dovere di tutti noi.

Marco Montipò
Umile patriota reggiano


Posto la cronologia degli eventi per fare comprendere ai lettori nello specifico di cosa parliamo e di contestualizzare il racconto,  di quando Cesare Battisti venne invitato a Reggio Emilia il 25 febbraio del 1915 per tenere un comizio a favore dell'entrata in guerra dell'Italia e i rossi internazionalisti gli organizzarono una contro manifestazione finita nel sangue.

La cronologia è ripresa dalle cronache dall'ora e riassunta per tutti voi. 
Il lavoro è stato fatto da Giorgio Eboli (che ringrazio) e da me.
Buona lettura

CESARE BATTISTI A REGGIO EMILIA (25 febbraio 1915)

21 febbraio: in un clima cittadino piuttosto acceso vengono promosse alcune manifestazioni neutraliste da parte dei socialisti locali che scatenano la protesta formale da parte delle associazioni interventiste cittadine (nazionalisti, irredentisti, radicali, studenti, liberali, ex militari, garibaldini).

22-23 febbraio: mentre i socialisti dimostrano contro l’ingresso in guerra dell’Italia viene confermata la presenza dell’On. Battisti a Reggio per il 25 febbraio, restano ancora ignote le modalità del comizio e il luogo che lo ospiterà.

24 febbraio: le forze di Pubblica Sicurezza impongono che la conferenza abbia luogo in forma privata tramite la distribuzione di inviti, ancora sconosciuto il luogo dove si terrà; intanto vengono chiamati a raccolta gli studenti, sempre in prima linea per la causa interventista.

25 febbraio: dopo un iniziale rifiuto da parte della Giunta socialista per il Teatro Municipale, viene concesso ai promotori il Politeama Ariosto grazie all’iniziativa dell’attore Fumagalli che rinuncia al proprio spettacolo affinché possa venire ospitato l’On. Battisti. Il “Giornale di Reggio” si occupa della distribuzione degli inviti; i socialisti garantiscono tramite il loro organo di stampa cittadino “La Giustizia” che non interverranno alla manifestazione ma allo stesso tempo mobilitano gli operai con toni tutt’altro che pacifici (“opporre alla mobilitazione guerrafondaia una mobilitazione operaia”).
La sera del comizio infatti si assiepa già a partire dalle 8 davanti al teatro una folla di contestatori socialisti che accoglie i partecipanti all’evento con calci, sputi e bastonate, avvengono i primi disordini tra contestatori e invitati e si registrano i primi feriti. All’arrivo di Cesare Battisti per le ore 9 la sala del Teatro esplode in grida di giubilo mentre all’esterno inizia una sempre più fitta sassaiola ai danni dei carabinieri schieratisi a protezione della struttura: in molti cadono sotto i colpi della folla e, vistisi attaccati, rispondono con frequenti cariche e con qualche isolato colpo di pistola. I manifestanti si disperdono lasciando sul campo un morto (al quale se ne aggiungerà un altro in nottata) e numerosi feriti.

26 febbraio: il giorno successivo i tragici avvenimenti del Teatro Ariosto gli operai socialisti proclamano un estemporaneo sciopero generale: riuniti in corteo percorrono le vie del centro storico costringendo i negozi a chiudere le loro serrande e si riuniscono di fronte al Municipio dove ascoltano il comizio del socialista Zibordi che annuncia l’arrivo a Reggio dell’On. Prampolini per il giorno successivo. Non mancano anche in questa occasione i casi di violenza: un sacerdote viene percosso da un gruppo di manifestanti in via Emilia Santo Stefano, mentre un ufficiale è vittima di una fitta sassaiola in via Emilia San Pietro, infine diversi negozi sono oggetto di atti di vandalismo. La Giunta Municipale decide di indire una serrata delle Scuole Elementari.
Intanto compaiono i primi resoconti di parte socialista agli eventi del 25: “L’Avanti!” e “La Giustizia” asseriscono infatti che i manifestanti si erano riuniti intorno al Teatro Ariosto per assistere all’ingresso dei comizianti e che, constatata l’impossibilità di entrare, si erano pacificamente disposti intorno alla struttura; senza alcun avviso quindi la forza di Pubblica Sicurezza avrebbe caricato gli astanti disperdendoli con inaudita violenza.

27 febbraio: scuole chiuse e negozi “invitati” ad abbassare le saracinesche entro le 10.30 del mattino fanno da cornice ad un’altra giornata di sciopero generale che culmina con l’atteso comizio di Prampolini in piazza Vittorio Emanuele. Il clima si scalda quando un non identificato gruppo di studenti lancia qualche slogan in favore della guerra dando inizio ad una vera e propria “caccia allo studente” da parte degli scioperanti che nella foga finiscono per prendersela anche coi figli di alcuni compagni; deve intervenire lo stesso Prampolini per placare gli animi e per evitare ad un altro ufficiale dell’esercito un probabile linciaggio.
Nel frattempo in Parlamento il Presidente del Consiglio Salandra - noto per le sue posizioni interventiste - difende l’operato dei Carabinieri reggiani e attacca gli organizzatori della contromanifestazione.

28 febbraio: si celebrano con grande partecipazione cittadina i funerali delle vittime degli scontri del Teatro Ariosto. Proseguono le violenze di cui fanno le spese questa volta un agente di commercio modenese scambiato per un agente in borghese e un altro studente.
Non si placano infine neanche le schermaglie mediatiche che vedono ancora una volta l’ “Avanti!” in prima fila a giustificare i socialisti reggiani e a difendere il loro sacrosanto diritto di salutare al loro passaggio i campioni del nazionalismo, il quotidiano si scaglia poi contro le forze dell’ordine le quali, nonostante sopportassero da più di un’ora la sassaiola dei manifestanti, non avrebbero dovuto rispondere ai sassi con i proiettili dei loro revolver.



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