lunedì 26 febbraio 2018

QUEL FREDDO E TRAGICO 25 FEBBRAIO REGGIANO DEL 1915.

L'Europa in quel lontano 1915 era già in fiamme da alcuni mesi, infatti l'Impero Austro-Ungarico con la dichiarazione di guerra al Regno di Serbia nel luglio del 1914, aveva portato il vecchio continente in un conflitto che diventerà poi mondiale: la Grande Guerra.
L'Italia passava 10 mesi discutendo su cosa fare: restare neutrali o intervenire. Per i primi c'era in campo il Partito Socialista mentre per i secondi, oltre alle associazioni patriottiche, c'erano diverse personalità di spicco come il Poeta D'Annunzio e l'Irredentista Cesare Battisti, che da nord a sud infiammavano le folle italiche. I neutralisti invece avevano presa solo in alcune zone d'Italia, come la Toscana e l'Emilia Romagna, regioni in cui il socialismo era forte. 

Imponente manifestazione interventista nel maggio del 1915 a Bologna

A Reggio Emilia, culla del socialismo, la propaganda neutralista era massiccia e gli interventisti f
acevano fatica ad emergere. Già nell'ottobre del 1914, l'associazione "Trento e Trieste" di Reggio Emilia, aveva invitato Cesare Battisti per un comizio ma causa dei suoi troppi impegni, il futuro
Martire aveva dovuto purtroppo declinare. Sarà invece a fine febbraio del 1915 che finalmente, tra le tante date in giro per l'Italia, Battisti confermava quella reggiana. Era stato invitato dall'Associazione Democratica di Reggio e dal Comitato cittadino interventista. Da subito però, da parte dei socialisti partiva una campagna ostile contro l'iniziativa, quindi il Prefetto, per paura di scontri, obbligava gli organizzatori a rendere l'evento privato e non pubblico, cioè sotto invito e a pagamento. Nonostante questo l'Avv. Vittorio Belluzzi, organizzatore dell'incontro, scriveva a Battisti "garantisco comunque il successo nonostante le grandi difficoltà dell'ambiente". Tutto questo non bastò, nonostante il Partito Socialista chiedeva di ignorare l'evento ai suoi simpatizzanti, diverse decine di giovani si organizzavano e si presentavano alla conferenza per imporsi, "decisi con la violenza di impedire l'accesso al teatro" riportava il Resto del Carlino. Il comizio si teneva comunque al Politeama e Battisti era all'altezza della sua "fama" infatti i presenti acclamavano l'oratore entusiasti, ci narrano le cronache sempre del quotidiano il Resto del Carlino"...salutato da un enorme applauso e dallo sventolio delle bandiere...". Purtroppo però, fuori si udivano le urla e gli scontri tra forze dell'ordine e contestatori. Le violenze costarono la vita a due manifestanti oltre ai tanti feriti da ambo le parti.
Battisti rimaneva profondamente colpito dalle violenze e da quel clima, girava l'Italia intera e viveva lo scontro tra neutralisti e interventisti in prima persona, essendo lui uno dei leader di quest'ultimi ma non si aspettava che si arrivava a tanto. Reggio Emilia gli rimaneva nel cuore come un nodo di infinita tristezza.  Questi gravi fatti finivano sulla stampa nazionale e facevano intervenire addirittura il Governo che dava disposizione al Prefetto di vietare qualsiasi manifestazione per non turbare l'ordine pubblico.

Resto del Carlino del 26 Febbraio 1915
Resto del Carlino del 27 febbraio 1915

Dopo pochi mesi sappiamo che l'Italia entrava in guerra e Battisti partiva coerente con le sue idee. La sua fine la conosciamo tutti, la mano del boia austriaca gli metteva il cappio al collo e lui diventava il Martire d'Italia. Anche quella Reggio Emilia inizialmente ostile alla guerra gli rendeva omaggio dedicandogli una piazza centrale, Piazza Cesare Battisti, oggi Piazza Del Monte. Inoltre gli fu dedicata sempre a Reggio Emilia, una Lapide commemorativa affissa sempre in Piazza Cesare Battisti.

Inaugurazione della Lapide commemorativa a Cesare Battisti nell'omonima piazza. Foto Panizzi.

Quel nome fu simbolo d'italianità per decenni e inserito nel Pantheon dei Patrioti che fecero l'Italia. La sua figura e la sua Piazza, a Reggio Emilia furono tutelate in diversi periodi storici significativi del nostro paese, partendo dalla giunta socialista proprio durante la Grande Guerra e anche nell'immediato dopo conflitto, durante il ventennio fascista e dalla Repubblica Italiana. Una figura che rappresentava e rappresenta l'italianità e che andava oltre le ideologie, un po come il Generale Garibaldi che rappresenta l'Unità e non un singolo partito.
Poi alcuni anni fa qualcosa è cambiato, dopo avergli tolto la Piazza a lui dedicata, assistiamo da tempo ad una campagna denigratoria antistorica e aberrante contro la sua figura, dipinto come la parte sbagliata d'Italia, qualcosa di cui vergognarsi. 
Faccio un appello a quella sinistra intelligente, che ha radici e memoria, perché la figura di Battisti sia tutelata dalla barbaria odierna. Faccio un appello menzionando un noto partigiano comunista locale, un mio concittadino, Nemesio Crotti, che nel suo libro "Il Ribelle" edito nel 2005, racconta la storia della resistenza locale e alla fine del libro ringrazia i fautori dell'Unità d'Italia e i Patrioti che si sono succeduti nella nostra storia nazionale. Li divide in due, tra il primo e il secondo risorgimento. Il primo sono i Garibaldi, i Cavour, i Vittorio Emanuele e i secondi invece sono proprio i Battisti, i Filzi, I Sauro oltre chiaramente ai Pertini e Togliatti. Sono distante anni luce dalle posizioni politiche del defunto Crotti ma da italiano credo che abbiamo Patrioti condivisi nella storia nazionale e come lui ha scritto, Battisti è tra costoro. Battisti era un italiano che ha sacrificato la sua vita per l'Italia e la sua Unità, una figura che in tutta Italia ha vie, viali e Piazze dedicate, in tutte tranne a Reggio Emilia che oltre ad avergliela negata qualcuno ha avviato da tempo una campagna denigratoria nei suoi confronti. Cerchiamo di arginare quella politica anti italiana che negli ultimi anni sta divorando una parte della sinistra italiana, Battisti era ed è Martire d'Italia. Insieme all'On. Del Bue da alcuni anni mi batto per tutelare la figura di Battisti e per chiedere di re-intitolargli la Piazza, speriamo che il buon senso e il sentimento patriottico prevalga sull'ignoranza.

Copertina del libro "il Ribelle" di Nemesio Crotti



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