martedì 1 maggio 2018

FESTA DEI LAVORATORI: 119 ANNI FA, PIETRO ARTIOLI PORTAVA LA FESTA DEL 1° MAGGIO NELLE TERRE DEL BOJARDO


Verso la fine dell' '800, lavoratori da tutta Italia e del mondo, chiedevano condizioni di lavoro più stabili e umane. Scioperi e tumulti, per decenni riempivano le pagine di cronaca dei giornali, infatti, la repressione dei governi, compreso quello italiano, spesso finiva tristemente nel sangue. In questo contesto si muovevano quei pionieri, che animati da nobili ideali e per l'emancipazione della classe lavoratrice, provavano anche a Reggio Emilia e nel reggiano, a portare questa ondata di cambiamento.
Il primo socialista di Reggio Emilia era uno scandianese, o meglio, un arcetano: Pietro Artioli.[1]
Foto di Pietro Artioli del 1875 presa dal libro "SCANDIANO e la Grande Guerra"
Reggio Emilia e soprattutto la zona della bassa reggiana, rispondevano alla chiamata. Le idee socialiste aprivano una breccia e piano piano si radicavano tra le genti. In generale si chiedevano condizioni di lavoro più stabili e umane, una su tutte le otto ore giornaliere.[2] Nel 1890 in tutto il mondo, il primo maggio diventava la "giornata dei lavoratori". A Reggio Emilia, una piccola realtà nel cuore dell'Emilia, seppur le tante restrizioni governative, alcuni lavoratori aderivano all'appello e passeggiavano per le strade. Scriveva il giornale socialista La Giustizia "Si sapeva che, in seguito liberalissimi ordini governativi, noi socialisti avevamo assolutamente rinuziato al grande comizio, che doveva tenersi sotto la tettoia del mercato...". I lavoratori reggiani che affluivano a Reggio in quel 1° maggio, che era davvero il primo in tutti i sensi, erano circa un migliaio. Anche in alcune località della provincia prendevano vita manifestazioni e balli per festeggiare quella data, spesso, sotto la supervisione di carabinieri e soldati con la baionetta inserita.

Articolo del giornale La Giustizia in cui annuncia i festeggiamenti del Primo Maggio, anno 1880
A Scandiano ci vorranno ancora alcuni anni prima che il Primo Maggio animava la cittadina bojardesca, infatti gli scandianesi diffidavano dalle novità reggiane, come nel periodo delle insorgenze, in cui Scandiano fu una delle poche cittadine a voltare le spalle a Reggio.[3]                         
Sarà "solo" nel 1899 che il Primo Maggio veniva festeggiato a Scandiano. Scriveva il giornale La Giustizia “Vi annunzio con piacere che anche in questa morta gora venne solennizzato il Primo Maggio con una cordialissima riunione a Chiozza, alla quale intervenne un centinaio di persone e dove parlarono applauditissimi i compagni Artioli e il maestro Cerlini, eccitando calorosamente i presenti alla propaganda e all’organizzazione operaia…” Questi cento scandianesi, capitanati da Pietro Artioli, sono i fautori di tale giornata nei territori dei Bojardo. Questo Primo Maggio, distante 119 anni da quel lontano 1899, lo dedico a loro, che con il loro coraggio hanno scritto quel pezzettino di storia, che unito alle tante altre piccole storie locali sparse per l'Italia, costruiscono la nostra Grande storia Nazionale.




[1] MARCO MONTIPO’ SCANDIANO e la Grande Guerra. 2018. Pag 199
[2] Le 8 ore giornaliere furono introdotte molti anni più tardi, infatti sarà il Regio Decreto del 15 marzo 1923 a sancire questa importante conquista.
[3] MARCO MONTIPO’ Il Ducato Terre Estensi L’albero della libertà a Scandiano. N°42, Ottobre/Dicembre 2015 Pag 82-83

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