Il sogno dell'Africa italiana parte da lontano, fin della proclamazione d'Italia, nel 1861, i padri della patria provano a
equilibrare la bilancia del potere in Europa e mettere il nostro paese al pari
delle grandi potenze coloniali, come Francia ma soprattutto come l'Inghilterra.
Dopo svariati tentativi nel 1882 l'Italia realizza il suo
sogno, la città Eritrea di Assab diventa italiana e incomincia l'era
coloniale.
Nel suo massimo splendore il colonialismo italiano conta 4
colonie africane, la Somalia, la Libia, l'Eritrea e l'Etiopia.
Il sogno dell'Africa Italiana finisce oggi nel 1943 in
Tunisia, con la conclusione della Campagna Africa Settentrionale e la sconfitta
delle truppe italo tedesche.
La Campagna Africa settentrionale è il
teatro di guerra dove gli italiani sono i protagonisti principali, i primi ad
entrare di scena e gli ultimi ad uscirne.
I bersaglieri e la folgore hanno scritto la storia con il loro coraggio e il loro valore, gli alleati tedeschi lo
riconobbero e addirittura i nemici, i quali lo misero nero su bianco per renderlo eterno.
Tutti noi abbiamo in mente la battaglia di
El Alamein, crediamo essere la più famosa e la più eroica, ma non è così, o
almeno, c’è molto di più in quella campagna di guerra, l’eroismo italiano vive
in tutto il conflitto, fino a quel 13 maggio 1943.
Voglio dedicare questo giorno a quegli italiani caduti,
dispersi o prigionieri in terra d’Africa, quegli italiani che hanno scritto la
storia con il loro sangue e il loro coraggio. Lo dedico in particolare a mio zio, Montipò Pietro, un bersagliere scandianese che a pochi giorni dalla fine del conflitto, dopo essere stato premiato per lodevole comportamento in combattimento, il 23 aprile 1943 è caduto in combattimento, lottando come un leone.
Sono fiero di tutti loro, erano l'Italia più bella, la più valorosa, li voglio ricordare e onorare con l'ultimo bollettino di guerra in terra d'Africa, un bollettino scritto dal Generale Antonio Messe il 13 maggio 1943:
La I armata italiana, cui è toccato l' onore dell' ultima
resistenza dell' Asse in terra d' Africa, ha cessato stamane per ordine del
Duce, il combattimento.
Sottoposta all' azione concentrica ed ininterrotta di tutte
le forze anglo - americane terrestri ed aeree, esaurite le munizioni, priva
ormai di ogni rifornimento, essa aveva ancora ieri validamente sostenuto, con
il solo valore delle sue fanterie, l' urto nemico.
è così finita la battaglia africana durata, con tante
alterne vicende, trentacinque mesi.
Nelle ultime lotte, durante le quali tutti i nostri reparti
- e quelli germanici a loro fianco schierati - si sono battuti in sublime
spirito di cameratesca emulazione, le artiglierie di ogni specialità e il
Raggruppamento esplorante corazzato cavalleggeri Lodi davano, come sempre,
splendida prova.
L' eroico comportamento dei nostri soldati che, sotto la
guida del Maresciallo d' Italia Giovanni Messe, hanno nella lunga battaglia
assolto tutti i compiti loro commessi e conquistato nuova gloria alle proprie
bandiere, riconsacra nel sangue e nel sacrificio la certezza dell' avvenire
africano della Nazione.
Il sacrario italiano di El Alamein, immagini prese dal sito della difesa: http://www.difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/Sepolcreti/Pagine/ElAlamein.aspx
Tutte le volte che leggo questa targa non posso che pensare a mio zio, a lui e quello che ha fatto. Un orgoglio indescrivibile... |