Foto del Gran Consiglio del Fascismo |
Il 25 luglio 1943 e l'Ordine Grandi è un fatto noto ma in pochi sanno che tra quei pochi "privilegiati" che vissero da protagonisti tale avvenimento c'era il reggiano Renzo Chierici. Figlio del noto pittore Gaetano Chierici, Renzo era un personaggio con un curriculum del tutto eccezionale, infatti, in pochi nella città del tricolore potevano vantarne uno uguale. Comandante ardito combatté nella Grande Guerra e alla guida del XXXV° Reparto d'assalto si guadagnò, in terra macedone, una medaglia d'argento al valor militare e un Encomio solenne. Partecipò all'Impresa di Fiume con Gabriele d'Annunzio comandando la prima compagnia del Battaglio Randaccio. Tornato da Fiume andò a Firenze e lì conobbe Balbo e i tanti agitatori e idealisti del tempo. Chierici seguì Balbo e lo accompagnò nella sua ascesa al potere divenendo il suo braccio destro. Prima avanguardista e poi federale di Ferrara, Chierici ricoprì tante cariche prestigiose come Prefetto di Pescara e di Pola poi successivamente capo della Milizia Forestale e dall'aprile 1943 Capo della Polizia. Con quest'ultima carica assistette a quella giornata che cambiò per sempre la storia d'Italia, mi riferisco al 25 luglio 1943. Come altri fautori di quell'avvenimento anche Chierici pagò un prezzo altissimo, infatti, come il più conosciuto Galeazzo Ciano, anche Chierici venne arrestato e considerato un traditore. Nel dicembre del 1943, nei carceri a Treviso in attesa di processo, veniva brutalmente assassinato.
Da tempo sto facendo ricerche su Renzo Chierici e credo che la sua figura meriterebbe un approfondimento. Non solo per l'importante cognome che porta, che già di per se è un valore aggiunto per Reggio Emilia, ma anche e soprattutto per quanto fatto in vita. Un curriculum del tutto eccezionale che lo portò a ricoprire una delle cariche istituzionali più importanti d'Italia (Capo della Polizia).
Chissà che questo 25 luglio non sproni tale approfondimento nella sua città natale...